È stato presentato alla stampa ieri mattina – giovedì 13 febbraio, ndr – nella sede dell’Acsr Spa di Borgo San Dalmazzo, il progetto di riqualificazione tecnologica dell’impianto di compostaggio esistente con produzione di biometano, il cosiddetto “biodigestore”. Nel corso dell’incontro, a cui ha fatto seguito una visita guidata del sito e degli impianti esistenti, il direttore dell’Azienda cuneese smaltimento rifiuti Cristiana Giraudo e il professionista che ha redatto la proposta progettuale Federico Valentini, hanno illustrato lo status quo degli impianti dell’Acsr e lo sviluppo portato dall’impianto di digestione anaerobica dei rifiuti organici da raccolta differenziata e degli sfalci del verde che consentirà la produzione di biometano. All’incontro ha partecipato anche una forte rappresentanza del Consiglio di amministrazione dell’Acsr Spa, presieduta da Maurizio Pezzoli. L’iniziativa di forte apertura voluta dall’Azienda cuneese smaltimento rifiuti, ha visto una partecipazione allargata e attiva da parte delle testate giornalistiche del territorio e si può considerare come l’inizio di un percorso di dialogo e confronto aperto e diretto tra Acsr e media locali al fine di fornire informazioni chiare e oggettive sull’iter progettuale in corso.
La proposta progettuale di riqualificazione tecnologica dell’impianto di compostaggio esistente con produzione di biometano nasce nel 2017, dalla richiesta dei soci azionisti di individuare linee di sviluppo aziendali; essa consiste nell’inserire una sezione di digestione anaerobica nell’esistente impianto di compostaggio per la produzione di biometano, in pieno recepimento delle ultime Direttive Europee per favorire un utilizzo più ampio del biogas nel mercato interno del gas naturale (2009/73/CE), promuovere l’uso di energia da fonti rinnovabili (2009/28/CE) e trasformare l’economia lineare in Economia Circolare (2018/851/UE), oltre che del Decreto Biometano varato dall’Italia per la promozione dell’uso del biometano nella rete dei trasporti (D.M. 02/03/2018), fondato sulla certezza degli incentivi economici a carico dell’industria petrolifera e sulla possibilità di redigere piani finanziari basati su elementi definiti.
L’inserimento del biodigestore, oltre a determinare una generale riduzione degli impatti, consente il recupero energetico derivante dall’utilizzo del biometano prodotto, costituendo un vero esempio di economia circolare con la messa in rete del biometano come carburante potenzialmente a disposizione anche dei mezzi che effettuano pubblici servizi. Il progetto, la cui realizzazione è stata approvata da parte dell’assemblea dei sindaci il 19 dicembre 2019, comporta una riduzione percentuale dei rifiuti complessivamente prodotti nel sito, a fronte dei rifiuti in ingresso, stante l’attività di recupero di materia prevista, con produzione di compost e biometano. Il processo integrato anaerobico/aerobico, inoltre, è molto più efficiente del solo compostaggio e garantisce un compost biologicamente più stabile, igienicamente più sicuro e agronomicamente più umificato, senza contare che grazie al biometano prodotto, trasforma un processo energivoro in una produzione di biocombustibile avanzato.
Nel corso dell’incontro sono poi stati affrontati nello specifico le ricadute:
sull’uso del suolo (impermeabilizzazione di ulteriori 2.400 m2 di terreno aziendale, pari al 9% dell’attuale superficie occupata dall’impianto ed al 2,3% della superficie complessiva impermeabilizzata, incluse discariche);
su acqua e scarichi (il consumo dell’acqua di processo passa da 4.000 metri cubi/anno ad un massimo di 20.000, mentre la produzione di percolato da Forsu diminuisce del 30%);
sul rumore (invariato nel sito impiantistico, da valutare tramite monitoraggio acustico per la stazione di upgrading in funzione della tecnologia adottata);
sulle emissioni e sugli odori potenziali (la sezione anaerobica, chiusa ed a tenuta, contribuirà alla riduzione degli odori, mentre la distribuzione agricola del compost avrà un minore impatto
in quanto il materiale che deriva dal processo integrato è più stabile);
sulla mobilità e sul traffico (dall’ultima rilevazione del traffico effettuata, ad ottobre 2017, dalla Provincia di Cuneo sulla Strada Provinciale 23 – Variante Borgo San Dalmazzo, si evince una media di passaggi nei giorni feriali di oltre 4.800 mezzi: attualmente agli impianti di Acsr accedono circa 80 mezzi/giorno che rappresentano il 3,3% del traffico rilevato sul tratto di strada interessata. Il numero di accessi giornalieri connessi al maggiore quantitativo di rifiuto organico conferito, stimati in ingresso ed in uscita ammonta a circa 4 mezzi/giorno);
sull’energia (i consumi attuali sono di 2.300 MWh/anno, quelli aggiuntivi previsti ammontano a 2.700 MWh/anno, a fronte di produzione di energia rinnovabile sotto forma di biometano di 30.800 MWh/anno);
sull’occupazione (l’organico attuale è composto da 28 dipendenti, tra cui un direttore, 2 impiegati amministrativi, 4 impiegati tecnici e 21 operai. L’organico previsto arriva a 31 dipendenti, con l’aggiunta di 2 operai e 1 impiegato tecnico);
sui costi (i tempi di rientro sul costo ipotetico dell’investimento di 13,4 milioni sono stimati in massimo 5/6 anni).
Per quanto riguarda le tempistiche, al momento lo studio di fattibilità è in fase di rivisitazione in quanto, dopo essere stato sottoposto lo scorso 30 settembre a verifica di VIA, la Provincia di Cuneo, con provvedimento del 28 novembre 2019, ha stabilito che il progetto sia assoggettato alla Procedura di Valutazione di Impatto Ambientale. Una volta redatto il progetto definitivo, verrà avviato l’iter autorizzativo ad istanza unica (D.Lgs 387/03, VIA, AIA) a cui seguirà la costruzione dell’impianto con l’obiettivo di immettere il biometano in rete entro la fine del 2022, stante l’attuale programmazione degli incentivi economici, riconosciuti ai produttori di carburanti di origine non fossile, il cui costo è previsto a carico dell’industria petrolifera.