“Il nostro appello affinché vengano riviste le nuove disposizioni in materia di accise sui depositi e sui distributori di prodotti energetici ha raggiunto un primo risultato importante, segno che quando si riesce a fare squadra si possono provare a risolvere i problemi con unità di intenti”. Così il presidente di Confagricoltura Cuneo, Enrico Allasia, commenta l’iniziativa del deputato cuneese Flavio Gastaldi, componente della commissione Agricoltura della Camera, che ha presentato un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri, in cui chiede di non inasprire ulteriormente la burocrazia a carico delle aziende agricole e di rivedere le normative.
Si ricorda, infatti, che il decreto fiscale di fine anno ha introdotto dal prossimo 1° aprile l’obbligo di denuncia e la tenuta del registro di carico e scarico per i depositi di capacità superiore a 10 m3 e per i distributori automatici di capacità superiore a 5 m3. A tal proposito la Confagricoltura dopo aver promosso e sostenuto alcuni emendamenti in sede di conversione del decreto legge Milleproroghe, poi accantonati, ha chiesto di riesaminare quanto previsto per evitare alle imprese del settore ulteriori adempimenti burocratici con i relativi costi, a fronte di una normativa che già prevede specifiche disposizioni sulle verifiche e sui controlli. Le modifiche introdotte dal decreto fiscale non tengono conto di quanto già previsto in materia dal D.M. 454/2001 in relazione agli oli minerali impiegati nei lavori agricoli, orticoli, in allevamento, silvicoltura, piscicoltura e attività florovivaistiche.
Sul tema la scorsa settimana anche il coordinamento Agrinsieme si era espresso valutando positivamente l’ordine del giorno, presentato alla Camera dagli onorevoli Lisa Noja e Maria Chiara Gadda, che impegna il governo a valutare l’opportunità di escludere gli oli minerali impiegati nei lavori agricoli dall’applicazione delle nuove norme.
“Confidiamo che il governo ora torni sui suoi passi ed elimini adempimenti che per le aziende rappresenterebbero un ulteriore carico burocratico e di cui non se ne capisce la motivazione, essendo già le imprese agricole tenute a rispettare precise normative in materia”, ha concluso Allasia.