Torna per la sua terza edizione il Premio Internazionale “Res Publica”, riconoscimento attribuito a singoli e associazioni che si prodigano, impegnando capacità e risorse, a favore del bene comune. Il primo soggetto di fama mondiale individuato dalla giuria internazionale per ricevere il prestigioso riconoscimento è l’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo che otterrà il “premio alla medicina contro il Covid-19” per aver testimoniato, con la propria unità di Terapia intensiva, l’assistenza ai contagiati. Altri due premi, “alla ricerca sul Covid-19” e “alla comunicazione per il Covid-19” saranno resi noti nei prossimi giorni dall’associazione “Buon Governo e Senso Civico” promotrice del Premio, nata a Mondovì, in provincia di Cuneo, nel febbraio 2017 per stimolare un maggiore interesse ed una maggiore attenzione al senso civico, all’integrità personale, a quella professionale e collettiva. Il Premio “Res Publica” è patrocinato dalla Città di Mondovì, riconosciuto con la Medaglia d’oro della Presidenza della Repubblica. La consegna dei riconoscimenti è in programma sabato 31 ottobre presso la Sala Ghislieri (ex chiesa di Santa Croce) di Mondovì Piazza, in provincia di Cuneo. Nel rispetto delle disposizioni sanitarie anti Covid-19, la partecipazione in presenza è limitata ai premiati, un numero ristretto di autorità e un pubblico di 50 persone. L’accesso in sala è consentito previa registrazione al numero 0171/392211, oppure scrivendo a segreteria@premiorespublica.it.
Bergamo è stata epicentro dell’emergenza sanitaria e l’intera struttura dell’ospedale Papa Giovanni XXIII l’ha affrontata con una grande prova di passione e coraggio. “Domenica 23 febbraio all’ospedale Papa Giovanni XXIII fu ricoverato il primo paziente positivo al Covid-19, due giorni dopo il primo caso di ricovero in Italia – ricorda Antonio Maria Costa, tra gli ideatori del Premio -. Quel giorno la città non poteva immaginare cosa sarebbe successo, momenti ed immagini che nessuno potrà mai scordare, a partire dai feretri caricati e portati via dai mezzi dell’esercito. A 137 giorni da quella data, l’8 luglio scorso l’ospedale ha comunicato che i reparti di terapia intensiva erano finalmente diventati Covid free, ovvero senza più ricoverati positivi al Coronavirus”.
Un traguardo reso possibile grazie all’impegno degli oltre 400 operatori che hanno lavorato in terapia intensiva, tra medici, infermieri, operatori di supporto e personale delle pulizie: “Nei giorni più critici dell’emergenza sanitaria, l’ospedale era arrivato a ospitare oltre cento pazienti intubati in terapia intensiva – spiega la giuria internazionale -. Oltre quattro mesi di dura battaglia hanno portato ad un risultato enorme, un successo grandissimo del personale medico e sanitario, di tutto il nosocomio del Papa Giovanni XXIII, davvero l’ospedale che a nostro avviso ha meglio testimoniato l’assistenza ai contagiati e meritevole dunque del nostro elogio”.
L’edizione 2020 del Premio sarà focalizzata sull’emergenza sanitaria in atto e su chi l’ha affrontata. “Quest’anno il Premio sarà conferito a chi ha combattuto in prima linea contro il virus che ha sconvolto la salute pubblica – spiega la giuria internazionale -. Una pandemia che ha anche causato una maxi crisi socio-economica, alterato lo sviluppo tecnologico, sconvolto pratiche commerciali, trasformato il tempo libero. Ci siamo quindi trovati a ricalibrare le aree di operazione del Premio, focalizzando l’intera gamma di lauree sulla pandemia, onorando chi si è sacrificato per proteggere l’intera società”.