Da Cuneo a Bologna per chiedere risposte precise e immediate a una situazione di grave rischio per la sopravvivenza delle aziende e manifestare contro le lungaggini, i ritardi e le inefficienze della macchina amministrativa. Giovedì 5 maggio una delegazione di aziende della Confagricoltura provinciale ha preso parte alla mobilitazione nazionale indetta da Cia, Confagricoltura e Copagri nel capoluogo emiliano, davanti all’ingresso della Fiera, insieme a numerosissimi agricoltori provenienti dal Piemonte e dalle altre regioni del Nord Italia uniti dallo slogan “Ei fu…siccome immobile”. Analoghe manifestazioni si sono svolte in contemporanea a Roma, in piazza Montecitorio e davanti alla sede di Agea, e a Catanzaro, nella “Cittadella” della Regione.
“In Italia gli imprenditori agricoli sono costretti a fare impresa con un carico di ostacoli che non ha eguali altrove – dichiara Roberto Abellonio, direttore della Confagricoltura di Cuneo che ha partecipato al presidio -. Tutti parlano di impresa, ma nessuno vuole gli imprenditori, che tuttavia sono obbligati a passare la maggior parte del loro tempo dietro la burocrazia. Il sistema si regge, infatti, su leggi assurde, oltre che inapplicabili, ed è anche colpa della politica se la macchina amministrativa ha accresciuto così tanto il suo potere sul privato, con uno scollamento ormai totale dalle esigenze delle realtà produttive. È giunta l’ora, poi, di ripensare il sistema di funzionamento dei Caa per la presentazione delle Domande Uniche, Pac e Psr, andando incontro a reali forme di semplificazione degne di un Paese civile”.
Il peso della burocrazia sulle aziende del settore primario italiano, infatti è sempre più gravoso; questo si traduce in costi altissimi che vanno a sommarsi a quelli produttivi per l’attività ordinaria (i più alti d’Europa), mettendo continuamente a rischio default le aziende agricole italiane. La situazione è aggravata anche dai ritardi nei pagamenti relativi alla Pac 2015: le aziende italiane stanno attendendo ancora circa 600 milioni di euro.
Alla manifestazione di Bologna hanno preso parte anche il direttore di Confagricoltura Cuneo zona di Alba, Mario Viazzi, e il direttore della zona di Cuneo, Adriano Rosso. “Perché se l’agricoltore tarda di un giorno a presentare una domanda o a pagare un tributo viene punito, mentre le istituzioni possono impiegare anni per fare un Psr, senza dover rendere conto a nessuno? – si domanda il primo -. Noi siamo ormai sudditi delle istituzioni, quando dovrebbero essere loro al servizio di cittadini e aziende”. E sulla Politica agricola comune in secondo aggiunge: “Oltre ai ritardi inaccettabili con si sta procedendo a pagare il saldo della Pac 2015, la nuova Politica europea del settore, così come è stata formulata, non serve. Il greening, ad esempio, è troppo restrittivo e non consente di fare agricoltura in modo competitivo. Servirebbe una Pac più semplice e con misure più efficaci”.
Tutti questi argomenti, già trattati dal presidente Mario Guidi qualche giorno fa a Cavallermaggiore durante il convegno “Latte, i conti non tornano”, sono stati al centro della manifestazione di Bologna. Al Governo nazionale e all’Unione europea è stato chiesto di dare risposte a vecchie e irrisolte problematiche: da un’Agea inefficiente che genera lunghi ritardi nei pagamenti e costi di produzione insostenibili, alla risoluzione dei contenziosi del 2014. È stata anche richiamata l’attenzione verso gravi problemi del settore agricolo italiano come il crollo dei prezzi all’origine, le incognite dell’embargo russo, gli investimenti bloccati, le innovazioni tecnologiche al palo e la tutela del Made in Italy.