L’ordinanza del 25 marzo scorso del Commissario Straordinario alla Pesta Suina Africana Angelo Ferrari, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 5 aprile, contiene una serie di disposizioni importanti per il controllo della malattia. Ne dà notizia Confagricoltura Piemonte, chiarendo che la zona infetta dovrà essere adeguatamente segnalata con appositi cartelli e munita o attrezzata con dispositivi di cattura dei cinghiali (in media uno ogni 2.000 / 2.500 ettari di territorio). Inoltre l’ordinanza prevede il rafforzamento delle barriere fisiche già esistenti (autostrade) e la costruzione di una seconda barriera artificiale parallela alle autostrade per delimitare una “zona cuscinetto” o “zona bianca”. L’operazione dovrebbe essere realizzata entro il prossimo mese di giugno.
“Dalla lettura del provvedimento – dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte e Cuneo – l’impianto della seconda barriera rappresenta il presupposto essenziale per autorizzare in deroga l’attività di caccia di selezione al cinghiale, fatte salve indicazioni diverse che in futuro dovessero provenire dal gruppo operativo di esperti. Per questo – aggiunge Allasia – siamo preoccupati per il contenimento dell’epidemia, in quanto con la stagione della riproduzione gli animali tendono a spostarsi anche di diversi chilometri. Chiediamo pertanto alle autorità sanitarie e ai rappresentanti del mondo politico e istituzionale di mettere in atto tutte le iniziative utili per evitare che i cinghiali escano dall’area infetta; se mai questo dovesse avvenire verrebbe messo a rischio il patrimonio suinicolo, che rappresenta un volume d’affari di 240 milioni di euro soltanto nella nostra regione”
L’ordinanza – chiarisce Confagricoltura – prevede che le attività all’aperto, attualmente vietate nella zona infetta, potranno essere autorizzate secondo precise modalità contenute nel piano di controllo ed eradicazione della Peste Suina Africana che la Regione Piemonte sta predisponendo.
Il provvedimento del commissario contiene le misure di controllo per la zona di restrizione I e in particolare il rafforzamento della sorveglianza passiva dei cinghiali (almeno una volta ogni due settimane), la regolamentazione dell’attività venatoria e l’utilizzo delle trappole.