Il Banco di Credito P. Azzoaglio Spa esprime soddisfazione per l’esito positivo della lunga e complessa vicenda giudiziaria partita dalle istanze del notaio Giacomo Parisi. Il professionista aveva chiamato in causa il Banco Azzoaglio di Ceva, la Bam e Banca Carige di Carrù chiedendo al giudice del Tribunale di Cuneo che fossero condannate in solido a pagare oltre 1,3 milioni di euro. Tutto era partito da una serie di operazioni, effettuate nelle tre Banche, da una collaboratrice “infedele” del notaio. E Parisi, dopo aver coperto il passivo, voleva rivalersi sugli istituti di credito accusandoli di “mancato controllo”. Per il giudice, le tre Banche hanno lavorato in modo corretto nel pieno rispetto della legge. Gli avvocati Luca Jeantet e Nicola Gianaria, che hanno assistito il Banco di Credito P. Azzoaglio s.p.a. in sede civile e penale, esprimono: “Viva soddisfazione per la sentenza pronunciata dal Tribunale di Cuneo. Questa decisione, che giunge all’esito di un lungo ed articolato percorso giudiziale, conferma che il Banco di Credito P. Azzoaglio s.p.a. e le altre due Banche coinvolte, in linea con quanto è stato accertato nel parallelo procedimento penale, hanno operato nel pieno rispetto della legge e che le pretese azionate nei loro confronti dal Notaio Giacomo Parisi sono risultate del tutto infondate”. Erica Azzoaglio, dirigente e consigliere di amministrazione del Banco Azzoaglio di Ceva: “Siamo molto soddisfatti, la sentenza ha infatti rilevato come l’operato della Direzione e dei dipendenti del Banco sia stato corretto e conforme alla normativa”. La vicenda giudiziaria era partita nel 2012 quando Parisi aveva chiamato in tribunale le Banche. Al centro le operazioni irregolari, effettuate da una collaboratrice del professionista dal 2003 al 2009, nei tre istituti di credito: Azzoaglio di Ceva, Bam e Carige di Carrù. A carico della donna si era aperto un procedimento penale, poi concluso con un patteggiamento. Il notaio aveva coperto il passivo ma, subito dopo, aveva chiesto al Tribunale di Cuneo che le Banche fossero costrette a pagare 1.318.883,20 euro per risarcire il danno a lui arrecato dalla propria collaboratrice, oltre che per: spese, danni d’immagine, biologico e morale e mancati ricavi per la propria attività notarile. Secondo il notaio, gli istituti di credito sarebbero stati colpevoli di omessi controlli. Ma non è così per il Tribunale. Come si legge nella sentenza di primo grado, il giudice: “Rigetta tutte le domande e condanna (Parisi, ndr) a pagare tutte le spese di lite convenute”.