Enrico Allasia è stato confermato presidente della Confagricoltura di Cuneo. Il nuovo Consiglio ha rinnovato la sua nomina per il prossimo quadriennio al termine dell’assemblea dei soci che si è svolta giovedì 7 luglio al Lago dei Salici di Caramagna Piemonte. Enrico Allasia, 52 anni, perito agrario, sposato, due figlie, è contitolare di “Allasia Plant” di Cavallermaggiore, azienda vivaistico-forestale con impianti produttivi dislocati su più unità operative a livello nazionale, specializzata nei servizi alla filiera delle coltivazioni energetiche, in particolare biomasse ligno-cellulosiche. Allasia è anche consigliere nazionale dell’Associazione pioppicoltori, membro della Commissione nazionale del pioppo e rappresentante di Confagricoltura nel Tavolo nazionale di filiera del tartufo. Dal 2017 è presidente di Confagricoltura Piemonte ed è presidente della sezione Risorse boschive e pioppicoltura di Confagricoltura Piemonte.
“Ringrazio tutti i consiglieri per la loro rinnovata fiducia, continueremo a lavorare insieme con impegno per affrontare le tante sfide che la nostra agricoltura si trova davanti – ha dichiarato il presidente Enrico Allasia -. Il mondo è in continua evoluzione sia per fattori strutturali, come i cambiamenti climatici, l’aumento della popolazione mondiale e quindi dei consumi o il peso sempre maggiore della finanza, sia per fattori congiunturali, vuoi l’instabilità sociopolitica di questi mesi e i rincari di materie prime ed energia, ad esempio. Sono “partite” molto grandi su cui è difficile andare ad incidere per una loro positiva soluzione. La strategia europea in ambito agricolo ci impone, inoltre, ulteriori sacrifici in ottica della transizione verde. Ma ce li possiamo permettere? Gli agricoltori se li possono permettere? Nel mutato scenario internazionale, noi temiamo di no. A livello locale possiamo agire sempre meno su normative definite a livelli sovranazionali, ma possiamo fare da collettore e riportare le problematiche del territorio nelle sedi più opportune affinché vengano prese scelte non penalizzanti per il settore. Il nostro compito è proprio quello di porci al fianco delle imprese agricole con servizi all’altezza delle loro necessità per supportarle sulla strada della competitività”.
Nel corso del pomeriggio è stato rinnovato anche il Consiglio direttivo, che nelle prossime settimane si riunirà per eleggere i vicepresidenti. Ne fanno parte i seguenti componenti eletti dall’assemblea: Roberto Arneodo (Cuneo), Lucrezia Carrega dal Pozzo (Alba), Maura Daniele (Cuneo), Andrea Faletti (Mondovì), Alessandro Negro (Alba), Silvano Nizza (Alba), Mariano Occelli (Cuneo), Francesca Quaglia (Saluzzo), Claudio Sacchetto (Cuneo), Davide Vietto (Alba) e Michele Vinai (Mondovì). Nel Consiglio entrano anche i presidenti dei sindacati e delle sezioni di prodotto eletti durante le assemblee parziali. Ecco i loro nomi, i rispettivi incarichi e le aree territoriali di riferimento: Enrico Allasia presidente del sindacato provinciale Proprietari Conduttori (Savigliano), Roberto Barge presidente della sezione Suinicola (Savigliano), Alberto Brugiafreddo presidente della sezione Bovini da carne (Savigliano), Marco Capra presidente della sezione Vitivinicola bianco (Alba), Marco Castagnotti presidente del sindacato provinciale Affittuari Conduttori in Economia (Alba), Gianluca Demaria presidente della sezione Vitivinicola rosso (Alba), Aldo Gavuzzo presidente della sezione Frutta in guscio (Alba), Graziano Giacosa presidente del sindacato provinciale Impresa Familiare (Saluzzo), Andrea Ingaramo presidente della sezione Cereali e Semi oleosi (Savigliano), Oreste Massimino presidente della sezione Avicunicola-Ovicaprini (Mondovì), Isabella Moschetti della sezione Proprietari Beni Rustici in Affitto (Cuneo), Michele Ponso presidente della sezione Ortofrutta (Cuneo), Enrico Racca presidente della sezione Lattiero-Casearia (Savigliano), Giovanni Testa presidente del sindacato provinciale Pensionati ANPA (Cuneo).
L’assemblea è poi proseguita con il dibattito “Materie prime e cambiamenti climatici: l’agricoltura e la provincia di Cuneo verso la transizione” che ha visto confrontarsi su temi di forte attualità Silvio Allamandi, executive director del gruppo ETEA (Sedamyl), Vittorio Viora, vice presidente nazionale di ANBI e presidente di ANBI Piemonte, e Giovanni Quaglia, presidente della Fondazione CRT.
Silvio Allamandi ha sottolineato anzitutto come i prezzi dei cereali siano schizzati alle stelle non tanto a causa del conflitto in Ucraina quanto per lo sbilanciamento esistente tra i consumi, in forte rialzo trainati dalla Cina, e la produzione, in netto calo a causa dei cambiamenti climatici in tutto il mondo. Vittorio Viora, invece, ha ribadito la necessità di realizzare una strategia per dotare il Paese di un sistema di invasi necessari a contrastare periodi di siccità come quelli che stiamo vivendo, mettendo in luce soprattutto l’urgenza di avere le risorse necessarie per la progettazione di queste opere. Allo stesso modo occorre rivedere le normative del Deflusso ecologico. Giovanni Quaglia, nel ripercorrere con aneddoti alcune tappe significative della storia del territorio e degli anni in cui ricopriva il ruolo di presidente della Provincia di Cuneo, ha posto l’accento sulla importanza di una maggior collaborazione tra istituzioni, mondo produttivo e società civile per realizzare qualunque progetto di sviluppo, facendo appello a un nuovo patto di solidarietà e a un ritrovato senso di responsabilità dove ognuno è chiamato a fare la propria parte per uscire dalle difficoltà contingenti.
Prima della consegna delle onorificenze “Aratro d’oro” e del premio “Orgoglio agricolo” e della cena sociale ha preso la parola, per le conclusioni, il presidente nazionale di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti che si è soffermato sul particolare momento vissuto dall’agricoltura italiana ed europea: “Dobbiamo avere il coraggio di valutare politiche europee degli ultimi anni – ha detto -. Se negli Anni 70 gestivamo le eccedenze, ora gestiamo le carestie; significa che la PAC non ha raggiunto gli obiettivi per cui era stata pensata, ossia garantire la sicurezza alimentare e i redditi degli agricoltori. Siamo passati a una politica sociale che ha distrutto la produttività agricola. Serve un sistema di regole comuni per garantire la sana competitività tra Paesi; oggi non è così e il settore agricolo italiano, che pure resta una garanzia per il nostro Paese in termini di qualità, vede diminuire di anno in anno il numero di imprenditori. Occorre costruire, quindi, un nuovo modello agroindustriale in grado di garantire il giusto reddito a tutti gli attori economici che lo compongono non solo ad alcuni. La nuova politica agricola europea, purtroppo, non pianifica in modo adeguato lo sviluppo futuro dell’agricoltura”.