“La nostra base associativa è assolutamente contraria alla proposta di istituzione della nuova DOC Piemonte Nebbiolo, per cui apprezziamo la decisione di ricercare soluzioni alternative presa dal Comitato consultivo regionale per la viticoltura riunitosi a Torino. Siamo pronti a sostenere la nostra posizione in tutte le sedi istituzionali opportune”. Così, in maniera netta, il presidente della sezione vini rossi di Confagricoltura Cuneo, Gianluca Demaria, esprime il giudizio dell’associazione agricola sulla querelle scoppiata in seguito alla proposta di modifica della denominazione Piemonte DOC, aggiungendo il nome Nebbiolo, presentata dal Consorzio Barbera d’Asti e vini del Monferrato.
“La proposta di estendere in maniera incondizionata l’area di produzione del Nebbiolo oltre il territorio vocato di Langhe e Roero non ci convince per una serie di motivazioni condivise anche dai comuni interessati – riprende Demaria -. Il territorio non sente l’esigenza di una nuova denominazione che di fatto andrebbe a stravolgere un contesto ormai consolidato, frutto di decenni di tradizione e professionalità. La peculiarità del territorio su cui affonda le radici l’attuale denominazione ‘Langhe Nebbiolo’, unita all’elevata qualità delle produzioni, rappresentano i principali valori aggiunti. Ampliando l’area di produzione, tutto questo rischia di venire meno, proprio in un momento in cui il Nebbiolo sta registrando ottimi risultati sul mercato nazionale e internazionale”.
La Confagricoltura di Cuneo, infine, non è contraria alla sperimentazione di impianti con uve nebbiolo anche in altre zone del Piemonte, ma ritiene che i vini prodotti da questi impianti vadano riconosciuti con una denominazione specifica, senza stravolgere il quadro attuale e solo dopo un’attenta valutazione dei parametri quantitativi e qualitativi.