Cuneo archivia con emozione ed entusiasmo il suo primo ArcheoDay, forte dell’interesse diffuso per l’archeologia dimostrato dai partecipanti sia per la presentazione della prima edizione del “Cuneo Archeofilm” (Festival Internazionale del Cinema di Archeologia Arte Ambiente), sia per l’anteprima sui ritrovamenti archeologici provenienti dalla necropoli longobarda di Sant’Albano Stura che la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Alessandria, Asti e Cuneo ha affidato in deposito temporaneo al Museo Civico di Cuneo per la loro conservazione e valorizzazione, sia infine per il successo di pubblico riscontrato dalle prime visite guidate ai depositi delle collezioni museali di Palazzo Santa Croce. Tutte le iniziative rientrano nel progetto europeo Interreg IV A Alcotra 2021/2027 – P.E.P.A. Patrimonio ambientale culturale – approcci interdisciplinari e strumenti innovativi, di cui il Comune di Cuneo è partner.
“L’obiettivo generale del progetto è quello di consolidare l’attrattività turistica del territorio adeguando la frequentazione dei siti alle nuove tecnologie e ai moderni metodi di fruizione e valorizzando il patrimonio naturale e storico-artistico attraverso la ricerca scientifica e l’animazione culturale – spiega Cristina Clerico, assessore alla Cultura del Comune di Cuneo -. Il Comune di Cuneo partecipa al progetto attraverso la realizzazione di giornate di valorizzazione e di comunicazione del patrimonio e dei progetti archeologici del Complesso Monumentale di San Francesco – Museo Civico di Cuneo e con la realizzazione della prima edizione del ‘Cuneo Archeofilm’. Il Festival Internazionale del Cinema di Archeologia Arte Ambiente’, come da progetto presentato all’Unione Europea, sarà la prima delle tappe della rassegna transfrontaliera che prevede il coinvolgimento degli altri partner del progetto Pepa: l’Unione del Fossanese e il Conseil départemental des Alpes de Haute Provence. A Cuneo saranno proiettati i migliori film presentati ogni anno al grande evento cinematografico di Firenze Archeofilm, diretto dalla rivista archeologica di fama internazionale Archeologia Viva (Giunti Editore). Nell’estate 2024, gli altri partner del progetto Pepa dedicheranno le giornate europee dell’archeologia alla proiezione delle migliori pellicole viste a Cuneo, unitamente a mostre e convegni”.
Il primo “Cuneo Archeofilm” porta archeologia, cinema e grandi personaggi ai piedi delle Alpi
La prima edizione di “Cuneo Archeofilm” si svolgerà da giovedì 5 a sabato 7 ottobre 2023 nell’ex Chiesa di San Francesco, dove ogni sera alle ore 21 (ingresso libero e gratuito fino ad esaurimento posti) verranno proiettati due film scelti tra il meglio della cinematografia mondiale legata all’archeologia, intervallati da una conversazione con alcuni protagonisti del mondo della comunicazione storico-archeologica. Il Festival internazionale del cinema di archeologia arte ambiente è organizzato dal Museo Civico del Comune di Cuneo in collaborazione con Firenze Archeofilm, Archeologia Viva e Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo. La kermesse cinematografica cuneese è la prima tappa piemontese delle iniziative di Firenze Archeofilm, casa madre del grande “festival diffuso” che da anni, dopo l’ampia selezione internazionale fiorentina, trova ospitalità in varie località italiane ed estere. Ma il “Cuneo Archeofilm” sarà anche un concorso di cui sarà protagonista il pubblico, che in qualità di giuria popolare potrà esprimere il proprio giudizio sui film in gara per l’attribuzione del “Premio Cuneo Archeofilm” alla pellicola più gradita. Il programma completo del “Cuneo Archeofilm” 2023 è visibile sul sito Internet www.firenzearcheofilm.it/cuneo/.
“Andremo avanti e indietro sulla linea del tempo grazie a tanti temi che permetteranno al pubblico di viaggiare nel nostro passato – spiega Giulia Pruneti, Responsabile comunicazione Archeologia Viva/tourismA/Firenze Archeofilm -. Dai fossili di dinosauro raccontati attraverso lo spericolato business delle ossa, passeremo ad uno dei più grandi capolavori dell’arte rupestre, la grotta Cosquer, per arrivare alle millenarie miniere di sale di Hallstat, alla geografia sacra degli Incas, al favoloso tesoro di Tutankhamon e terminare con l’immensa Sagrada Familia, sogno incompiuto di Gaudì”.
L’esposizione a rotazione dei ritrovamenti della necropoli Longobarda e il deposito visitabile
Si è recentemente completato il trasferimento al deposito del Museo Civico di Cuneo dei reperti archeologici provenienti dallo scavo delle oltre 800 tombe della necropoli longobarda di Sant’Albano Stura. L’operazione, avvenuta in accordo e sotto la direzione scientifica della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Alessandria, Asti e Cuneo che ha in consegna i materiali archeologici depositati a Cuneo, è il primo passo del progetto “Prove per un nuovo museo. Ritrovamenti archeologici lungo l’Asti-Cuneo”, che prevede di esporre a rotazione, nella sede museale cuneese, gli eccezionali, numerosi e recenti rinvenimenti in piccoli lotti e per fasi successive. L’occasione per sperimentare nuove modalità di fruizione del patrimonio culturale è arrivata dal restauro dell’ex Ospedale di Santa Croce in Cuneo, che ha visto la nascita di un centro culturale polifunzionale che accoglie la biblioteca 0-18, del deposito delle collezioni museali e alcuni fondi archivistici. L’impostazione museografica che si è voluta dare allo spazio è volta alla realizzazione di un deposito visitabile, come è ormai prassi consolidata per molti musei italiani, fino a raggiungere punte di eccellenza nei casi del Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo e del Museo ebraico nella Dorotheergasse di Vienna. Anche per il deposito è prevista l’attività laboratoriale “L’avventura di un secondo museo: il deposito visitabile del Civico di Cuneo”, in cui la visita è abbinata all’attività creativa ed ha l’obiettivo di innescare nel visitatore un percorso mentale di riconoscimento del valore dei beni culturali che parta anche dalla quantità e dall’eterogeneità, oltre che dalla qualità degli stessi.
Così commentano il Soprintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggio, Cristina Bartolini e il funzionario archeologo di zona Gian Battista Garbarino: “Il ritrovamento della necropoli longobarda di Sant’Albano Stura, avvenuta nel 2009 durante i lavori per l’autostrada Asti-Cuneo, è una delle scoperte archeologiche più rilevanti degli ultimi decenni, almeno per quanto riguarda l’alto medioevo. Grazie all’ottima e consolidata collaborazione con la Città di Cuneo, già negli anni immediatamente successivi alla scoperta, sono state intraprese alcune importanti iniziative per consentire di far conoscere al pubblico gli esiti delle indagini e, in particolare, i preziosi reperti, attraverso a un nuovo allestimento presso il Museo Civico di Cuneo inaugurato nel 2014, al quale si è aggiunto, dal 2021, uno spazio espositivo presso l’ex chiesa di Sant’Antonio a Sant’Albano Stura. Il trasferimento di tutti reperti nei depositi civici cuneesi offre ora nuove opportunità: certamente la realizzazione di esposizioni temporanee ‘a rotazione’, su specifiche tematiche, nell’attuale sede del Museo Civico, senza tuttavia trascurare l’ambizioso obbiettivo di creare in futuro uno spazio espositivo interamente dedicato a questa eccezionale testimonianza. Il completamento del trasferimento dei reperti, ora riuniti in un’unica sede, consentirà inoltre di realizzare alcune attività necessarie alla realizzazione di questo sogno, ovvero l’attuazione di un piano di manutenzione conservativa programmata dei reperti restaurati e il completamento dello studio e della pubblicazione, sotto la guida di Egle Micheletto (già Soprintendente ABAP-AL) di Sofia Uggé”.