“Condividiamo i motivi della protesta di queste ore e di questi giorni a Cuneo, in Piemonte e in tutta Italia, da anni come Confagricoltura critichiamo le politiche agricole dell’Unione Europea e la scarsa tutela dei nostri prodotti sui mercati internazionali. Confagricoltura, anzi, è stata l’unica associazione agricola che, fin da subito, ha giudicato negativamente la strategia Green Deal e questa riforma della Pac. Sono molte, inoltre, le iniziative promosse dall’organizzazione per migliorare le linee guida delle diverse politiche agricole approvate a Bruxelles e per garantire un adeguato reddito alle aziende del comparto primario. Tuttavia, le nostre istanze, portate avanti esclusivamente nelle sedi istituzionali, hanno dovuto fare i conti con un sistema politico che, a tutti i livelli, non ha supportato le doverose raccomandazioni di chi ogni giorno si confronta con la dura realtà della coltivazione della terra e dell’allevamento”. È netta la posizione di Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo, verso le rimostranze degli agricoltori scesi in piazza in tutta Italia e presenti oggi – 31 gennaio 2024 – anche a Cuneo.
“In generale – continua Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo – gli sforzi di agricoltori e allevatori non vengono ripagati: negli anni, gli è stato chiesto prima di investire sulla qualità più che sulla quantità e, ora sempre più, sulla sostenibilità. Un impegno a cui gli operatori del settore primario non si sono sottratti, ma da cui al momento non hanno ottenuto nulla se non maggiori costi e minori introiti. Questi oneri gravano su agricoltori e allevatori che lavorano a favore dell’intera comunità: è giunto il momento che tutti quanti si impegnino per sostenere l’intera filiera agricola”.
“Non ci sembra opportuno oggi ‘mettere la bandiera’ su una manifestazione nata trasversalmente tra gli agricoltori, ma condividendo le motivazioni siamo aperti al confronto e a condividere su tavoli istituzionali le proposte e le rimostranze che arrivano e che arriveranno dai nostri agricoltori” prosegue Allasia.
Calandoci nella realtà cuneese, ad esempio, una delle difficoltà già più volte segnalata riguarda il comparto della razza bovina Piemontese. “È necessario un impegno concreto per proteggere e rivalorizzare questa filiera, una responsabilità collettiva che parta dalla politica locale e nazionale e arrivi a quella comunitaria. Non possiamo semplicemente scaricare le colpe su Bruxelles, anche se parlare oggi di nuovi aggravi per gli allevamenti con nuovi interventi per la copertura di vasche e letamai non è compatibile con il sistema di allevamento e non è economicamente sostenibile – conclude il presidente di Confagricoltura Cuneo –. In un periodo di crisi, come l’attuale, servono strumenti in grado di portare le aziende fuori dall’emergenza. Come fatto in occasione della pandemia di Covid, occorre quindi mettere a disposizione degli allevamenti adeguati ristori dal fondo di sovranità alimentare per compensare almeno in parte le perdite. Sono necessarie, poi, maggiori risorse per la valorizzazione e la promozione della carne su nuovi mercati”.