Con una lettera inviata al Capo compartimento della viabilità per il Piemonte-Anas, ing. Valter Bortolan, Confindustria Cuneo è tornata a porre l’attenzione sulla transitabilità del Colle della Maddalena, problematica di primario interesse per l’economia della provincia di Cuneo considerato che il valico internazionale è quotidianamente utilizzato dai mezzi di numerose imprese. Nella missiva, l’Unione industriale della Granda ha chiesto all’Anas un incontro per verificare lo stato di avanzamento del progetto di realizzazione delle strutture paravalanghe proprio in vista dell’imminente stagione invernale e in considerazione delle prime nevicate che hanno già portato, tra l’altro, alla chiusura del valico nel mese di ottobre.
“Alla prima nevicata la circolazione sul Colle della Maddalena, seppur su indicazione delle autorità francesi, è stata interdetta e siamo solo ad ottobre – afferma il presidente di Confindustria Cuneo, Franco Biraghi -. Ci torna in mente quanto accaduto nell’inverno 2013/2014, quando il colle restò chiuso circa 50 giorni arrecando un gravissimo danno alle nostre imprese e all’economia della provincia di Cuneo. Non vorremmo accadesse la stessa cosa, sarebbe inaccettabile. Se il problema sarà ancora una volta il rischio valanghe, chiediamo allora all’Anas a che punto sia il progetto di realizzazione di queste strutture di cui si parla da troppo tempo”.
“Il Pidav è stato positivamente testato durante le ultime due stagioni invernali – prosegue Biraghi -, ma per quel che ci riguarda rappresenta una soluzione “tampone”, in quanto l’unica soluzione del problema, a medio-lungo termine, è data dalla realizzazione di barriere paravalanghe, la cui progettazione deve essere avviata. A che punto è, quindi, lo stato di avanzamento del progetto? Nel documento descrittivo del “Progetto sperimentale di azioni e monitoraggio al fine di mitigare il pericolo valanghe sulla Statale 21 al valico del Colle della Maddalena” è stato previsto nel piano triennale dell’Anas un impegno di oltre 50 milioni di euro per la messa in sicurezza del colle, prevedendo proprio la costruzione di un sistema di paravalanghe. In attesa di risposte, ricordiamo che quarant’anni fa, senza piani valanghe, mezzi di rimozione come quelli attuali e strutture di contenimento della neve, non è mai successo che il colle stesse chiuso per giorni e giorni come accaduto nel recente passato”.