Venerdì 10 maggio 2024 alle ore 17.30, presso Palazzo Muratori-Cravetta a Savigliano (Via Jerusalem, 4), Città di Savigliano e Fondazione Ente Manifestazioni organizzano “L’essenza di un incontro”, duplice evento di inaugurazione della mostra a cura di Massimo Ricci “L’essenza del colore” e di presentazione delle novità della XXV edizione di “QuintEssenza”, in programma domenica 19 maggio 2024. La personale dell’artista astigiano, organizzata da Città di Savigliano e Civitas (Consulta per la valorizzazione dei beni artistici e culturali di Savigliano), sarà aperta gratuitamente al pubblico a partire da domenica 12 maggio fino a domenica 2 giugno, il sabato dalle 15 alle 18.30, la domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18.30. Nelle sale secentesche di Palazzo Muratori-Cravetta saranno esposti circa 70 acrilici su tavola, alcuni dei quali liberamente ispirati a “QuintEssenza”.
“La mostra trae origine dall’incontro con l’artista avvenuto circa un anno fa – racconta l’Assessore alla Cultura del Comune di Savigliano Roberto Giorsino -, quando s’intravide la possibilità di ospitare le sue opere in occasione di QuintEssenza, per via dell’interesse subito manifestato dall’artista per la particolarità dell’evento e la vicinanza espressiva di alcune delle sue opere con i temi tipici della rassegna. L’uso di colori tenui e la luce che pervade i quadri di Massimo Ricci sono un elemento costante e un filo conduttore della sua arte, che nello stesso tempo colpisce l’attenzione, stupisce e rasserena l’animo dello spettatore. Le figure, i paesaggi, le piazze e gli spaccati di vita rappresentati nei suoi quadri evidenziano le varie sfaccettature della realtà che l’artista vuole mostrare. Nel ringraziarlo per aver accettato l’invito ad esporre a Savigliano, auguro a tutti coloro che visiteranno la mostra di poter cogliere appieno il significato della sua arte nella splendida cornice che la ospita”.
“Essenza è ciò che definisce la realtà profonda e la natura di qualcosa – spiega l’artista Massimo Ricci -. L’idea che esista un’essenza della pittura mi affascina e, tutto sommato, mi consola: per mia indole mentale, amo vedere l’oro sul fondo del setaccio e tendo a pensare sempre possibile una distillazione, una sintesi in purezza. Alle scuole medie, il professore mi folgorò con la verità che la pittura è colore, sempre. L’ho fatta mia in ogni momento: la vita è colore, sempre. Esiste, allora, un’essenza del colore? Talvolta ho avuto la tentazione di pensare che il mio dipingere figurativo – con la realtà che non fa proprio da modella, ma certamente almeno da presenza accanto alla tavolozza – possa essere un limite, un ostacolo alla distillazione di cui parlavo. Poi ho capito che così come la realtà che mi circonda ha un suo senso, una sua essenza, così in pittura l’essenza del colore trova nelle strutture del paesaggio, nella forma delle figure, dei contenitori altrettanto convincenti. Se mi chiedo quindi qual è l’essenza del colore la risposta che trovo è la sua necessità, la sua esistenza senza condizioni, disarmante, a volte commovente e vulnerabile, perfino. Qualcosa di molto vicino all’anima di una persona”.