“Chi ha voluto eliminarli vuole favorire il lavoro nero, punto. Avevamo lo strumento, certamente da semplificare, per dare una dignità ai cosiddetti ‘lavoretti’ che fanno soprattutto studenti, pensionati e tutti coloro che hanno bisogno di ‘arrotondare’. E, soprattutto, di legalizzare un mondo che altrimenti rischia di tornare nel sommerso. Avevamo l’occasione di far diventare l’Italia un Paese serio, moderno, dove si cerca di eliminare, con gli strumenti in nostro possesso, l’illegalità. Si è optato per l’alternativa: non far lavorare la gente, o farglielo fare in nero”. Confindustria Cuneo per bocca del proprio presidente, Franco Biraghi, non usa mezzi termini per commentare il via libera del Consiglio dei ministri all’abolizione dei voucher.
Appoggiando quanto affermato dal presidente nazionale di Confindustria, Vincenzo Boccia, anche Confindustria Cuneo avrebbe a questo punto preferito, rispetto alla cancellazione, il referendum popolare proposto dalla Cgil. “Si è così andati nella direzione unilaterale e senza nemmeno un ‘dibattito referendario’ di abolire uno strumento che funzionava prima di averne trovato uno nuovo – prosegue il leader degli industriali cuneesi -. Certo i voucher andavano semplificati, invece si è scelto di non eliminare il lavoro nero e di non dare la possibilità ai giovani, ai pensionati o a chi ha bisogno di avere un secondo impiego di agire in maniera semplice e lecita, eliminando l’unica forma di remunerazione che la legge consentiva, per non cadere nel sommerso, per certi tipi di prestazioni. Parliamoci chiaro: non è che senza i voucher si rinuncia a lavorare quando se ne ha bisogno: ora, semplicemente, si tornerà a farlo in modo illegale. È l’ennesima occasione persa”.