Un momento di festa dopo mesi di duro lavoro, ma anche e soprattutto un’occasione per ribadire che fare agricoltura in montagna significa fare i conti con numerose difficoltà. È la duplice intenzione che mercoledì 17 ottobre ha caratterizzato l’evento “Caluma el vache. Il ritorno della mandria a valle”, organizzato a Prazzo dalla Confagricoltura di Cuneo in collaborazione con il Comune. L’iniziativa ha coinvolto decine di malgari giunti da ogni vallata della provincia di Cuneo per seguire la discesa dagli alpeggi dei capi dell’azienda di Andrea Lando che dalla frazione Campiglione hanno raggiunto Prazzo Inferiore, punto di carico degli animali. Nell’occasione la Confagricoltura di Cuneo ha esposto le problematiche che vive il comparto per sensibilizzare le istituzioni e chiedere maggiore attenzione.
“Da un confronto con i nostri associati che lavorano nelle terre alte sono emerse alcune criticità comuni – ha dichiarato Enrico Allasia, presidente della Confagricoltura di Cuneo –; a partire da un’eccessiva burocrazia che costringe le aziende ad impiegare circa cinquanta giorni lavorativi nel corso dell’anno per adempiere ai doveri imposti da prassi e procedure, per non parlare poi dei danni provocati dagli attacchi dei lupi che ogni anno si intensificano sempre di più, mettendo in forte difficoltà le aziende agricole che non dispongono degli adeguati strumenti di difesa. La Regione Piemonte ha messo in atto degli aiuti modulati sul PSR, che però non risultano del tutto efficaci e comportano, come nel caso dei contributi per l’acquisto di cani da guardiania appartenenti ad alcune razze, difficoltà di applicazione”.
“Oltre al lupo, in generale tutta la fauna selvatica sta creando seri problemi proprio a causa di un aumento incontrollato, in particolare degli ungulati, con problemi sempre maggiori e aggravati nelle zone montane dove vengono danneggiati prati e pascoli, oltre alle preziose colture alpine – ha sottolineato Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo -. Anche il sistema di assegnazione dei premi legati alla PAC e al PSR sulla base di fotointerpretazioni del territorio contiene delle inefficienze e delle discrezionalità nell’analisi dei dati che sovente generano insicurezza al momento della redazione delle domande di contributo e di recupero sui premi già pagati”.
La Confagricoltura di Cuneo ha fatto poi appello alla necessità di rivedere il sistema di aggiudicazione degli alpeggi, dove (eccezion fatta per gli usi civici) la prassi predominante è quella dell’offerta migliore. Tale metodo, però, spesso non valorizza la qualità del progetto reale e le eventuali ricadute sul territorio. Anche sul fronte della viabilità le pessime condizioni in cui versano alcune strade di montagna, impraticabili in sicurezza, comportano serie difficoltà nel trasporto in alpe di derrate e del bestiame.
“Siamo convinti che sia necessaria una maggiore tutela di chi lavorando in montagna ricopre un ruolo fondamentale nella salvaguardia dei pascoli e dell’ambiente – ha concluso Allasia -. Con la loro attività i malgari, ad esempio, integrano notevolmente il contributo reso dagli stanziali nella tutela del territorio che, date le ridotte dimensioni aziendali, da soli non riuscirebbero a coprire con le loro mandrie tutte le aree di pascolo. È significativo che dal 2000 al 2015, i boschi in Piemonte sono incrementati di oltre 57mila ettari, occupando il 38% del territorio, e andando a ridurre notevolmente la superficie destinata al pascolo”.
La giornata si è conclusa con un aperitivo per i partecipanti a base di salumi, formaggi e vini cuneesi e con una polentata presso la Gentil Locanda di Marmora.
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