La sicurezza delle opere edili dipende dal valore che si dà alla loro qualità
In un momento in cui il comparto è sotto i riflettori per i noti fatti di cronaca, gli edili della Granda ci hanno messo la faccia rivendicando l’importanza del loro operato: “Ance Cuneo rappresenta 130 aziende con quasi 1.700 addetti, senza contare le altre migliaia che lavorano nell’indotto – ha ricordato Elena Lovera nel suo intervento -. Gli occupati nelle costruzioni sono 18 mila in provincia di Cuneo, pari al 20,4% del totale industria; tra il 2015 e il 2016 sono scesi del 12,7% e il mercato è ancora incerto. Non sembrano, infatti, sussistere le condizioni per un’effettiva ripartenza. Il +0,9% di aumento Pil previsto per fine 2017 è un segnale troppo debole: senza il supporto di politiche adeguate, rimarrà impercettibile. Abbiamo bisogno anche noi di sicurezze, perché la sicurezza nel lavoro passa necessariamente attraverso la sicurezza del lavoro”.
La numero uno degli edili cuneesi ha quindi fatto riferimento, tra le altre cose, alla necessità di semplificazione normativa (“il processo di sburocratizzazione è fondamentale per garantire sviluppo non solo per le imprese, ma per non paralizzare il Paese”), di rottura del pregiudizio che vede l’imprenditore edile rovinare l’ambiente (“la preoccupazione relativa agli aspetti ambientali non dovrebbe andare a discapito dell’edilizia ma in sinergia con essa”), al delicato tema delle infrastrutture e trasporti (“dobbiamo pensare ad un piano importante per le infrastrutture provinciali, al fine di non isolare la nostra provincia in modo irreparabile”) e alla sicurezza nei cantieri (“riteniamo fondamentale il dialogo costruttivo e la collaborazione con i medici competenti, i rapporti con l’Inail e lo Spresal e tutti i preposti al controllo”). Infine il duro attacco al nuovo Codice dei Contratti, entrato in vigore senza una disciplina regolamentare di attuazione, tanto da “generare una ‘tempesta perfetta’ in un mercato, quello delle opere pubbliche, già pesantemente frenato da una carenza di risorse e investimenti senza precedenti”. Posizione ribadita nella successiva tavola rotonda dal presidente regionale di Ance Piemonte Giuseppe Provvisiero, che ha evidenziato come nonostante nuovi codici, leggi e corsi – creati soprattutto per limitare la corruzione – le imprese non riescano a lavorare e che senza qualità e qualificazione l’edilizia non farà mai un passo avanti.
Gli altri ospiti della tavola rotonda hanno provato a rispondere alle ‘pungolature’ sollevate dal leader degli edili, a cominciare dai due assessori regionali intervenuti: Francesco Balocco ha rimarcato come in provincia di Cuneo ci sia il grosso problema della manutenzione ordinaria, in particolare delle strade provinciali, anche perché mancano le risorse; Alberto Valmaggia nell’annunciare la proroga per un anno del Piano casa, ha sottolineato la volontà della Regione di rendere strutturale uno strumento nato come transitorio proprio per favorire il comparto. Il direttore provinciale dello Spresal Asl Cn1 Santo Alfonzo, infine, ha lanciato un appello a non mettere a rischio gli importanti risultati raggiunti insieme, imprese ed enti di controllo, in materia di prevenzione e sicurezza nei cantieri.