Con una lettera inviata a tutti i Comuni della “Granda” la Confagricoltura Cuneo ha invitato le amministrazioni a valutare la riduzione dell’aliquota della cosiddetta “nuova IMU” sui fabbricati rurale ad uso strumentale, affinché non aumentino la tassazione su beni necessari e indispensabili per lo svolgimento dell’attività agricola. “Facendoci portavoce delle istanze delle imprese del settore primario, abbiamo anzitutto voluto far giungere a tutti i sindaci del nostro territorio la preoccupazione per le conseguenze che potrebbe generare la nuova imposta, in un momento già particolarmente difficile per il comparto”, spiega il presidente di Confagricoltura Cuneo, Enrico Allasia.
La Legge di Bilancio 2020 prevede, infatti, la sostituzione delle “vecchie” IMU e TASI con un’unica tassazione degli immobili, chiamata “nuova IMU” o “Local Tax”. Se la TASI si applicava ai fabbricati rurali ad uso strumentale con un’aliquota non superiore all’1 per mille, dando però facoltà ai Comuni di ridurla, analoga procedura si può seguire con la nuova imposta, che allo stesso modo non potrà comunque superare l’1 per mille. Le amministrazioni possono quindi intervenire riducendo l’aliquota.
“Nel caso in cui la nuova IMU fosse applicata ai fabbricati rurali strumentali andrebbe a tassare con un carico impositivo oneroso beni fondamentali per lo svolgimento dell’attività agricola. Questo in un momento già particolarmente difficile per le imprese del settore – continua il presidente Enrico Allasia –. Ecco perché abbiamo ritenuto doveroso chiedere ai Comuni di valutare, in linea con le loro esigenze di bilancio, l’applicazione di una riduzione dell’aliquota, avvalendosi della loro facoltà di regolamentare l’imposta attraverso aliquote e regolamenti da approvare entro il prossimo 30 giugno”.
I fabbricati rurali ad uso strumentale sono sostanzialmente quegli immobili (serre, depositi attrezzi, allevamenti, ecc.) posti al servizio di terreni agricoli e dell’azienda con una funzione produttiva connessa all’attività agricola.