La Confagricoltura di Cuneo torna a richiamare l’attenzione dei parlamentari della “Granda” sui ritardi dei contributi assicurativi che, insieme alla complessità dei PAI (Piani Assicurativi Individuali), contribuiscono ad aggravare la già difficile situazione delle imprese del settore primario, alle prese con una consistente carenza di liquidità causata dalle criticità connesse all’emergenza sanitaria da Coronavirus.
“Dopo aver sollecitato solo qualche mese fa una soluzione a questa situazione siamo costretti a ritornare sull’argomento viste le numerose segnalazioni di criticità giunteci dalle nostre associate – dichiara il presidente Enrico Allasia, firmatario della lettera trasmessa da Confagricoltura Cuneo a tutti i senatori e i deputati cuneesi –. Per ciò che riguarda i contributi 2019 per la gestione del rischio su frutta e colture vegetali, alle aziende della provincia di Cuneo restano ancora da erogare 1,4 milioni di euro. Ma la situazione si presenta molto più grave sul fronte dei rimborsi assicurativi del comparto zootecnico, dove gli allevamenti attendono ancora i contributi a partire dal 2015. Proprio in questi giorni alcune richieste di contributo sono state evase, ma la situazione resta critica ed è dunque prioritaria un’accelerazione dei pagamenti. Oggi la legge prevede che le aziende debbano pagare i loro fornitori entro 60 giorni, mentre lo Stato, ossia chi legifera, può permettersi di impiegare anche oltre 60 mesi a saldare le somme spettanti. Mi pare un evidente paradosso”.
Stando ai dati di Condifesa, solamente l’8% delle aziende zootecniche ha ricevuto i contributi per il 2015, e solo il 5% per il 2016. Si rileva una situazione simile per gli investimenti nelle strutture (serre o impianti antigrandine) impiegate nel comparto ortofrutticolo, per cui sono stati erogati solo il 18% dei contributi per il 2015 e il 9% per il 2016. In entrambi i casi sono diverse centinaia le aziende in attesa di ricevere il dovuto.
Purtroppo, i ritardi nel pagamento dei contributi del Fondo di solidarietà nazionale mettono in seria difficoltà anche la gestione dei Consorzi di difesa, che anticipano alle compagnie assicurative i versamenti delle quote di competenza delle aziende e che si ritrovano esposti con gli istituti bancari a cui sono costretti a chiedere prestiti.
Vi è poi tutta una serie di anomalie già segnalate in questi mesi ad Agea e al Ministero per le Politiche Agricole. Tra queste il mancato conteggio dei parametri per il computo della spesa dell’assicurazione per i vivai di pioppi, i fagioli e le zucchine che blocca le domande di sostegno 2019 o i meccanismi per verificare che la produzione assicurata non sia superiore a quella massima assicurabile, che non considerano attualmente i bollettini di campagna rilasciati da periti estimatori delle compagnie assicurative. Altra questione, poi, è l’obbligo di allegare la certificazione antimafia per ogni domanda di contributi comunitari relativi a PAC, PSR e PAI con importi superiori a 25.000 euro. Soglia che Confagricoltura ritiene troppo bassa e non efficace al fine di combattere la criminalità organizzata nel settore agricolo.
“Spiace constatare che nonostante i nostri ripetuti interventi sul tema e dopo alcuni segnali positivi giunti nei mesi scorsi, nell’ultimo periodo la situazione sia tornata a farsi critica – conclude Allasia –. Continueremo ad attivarci nelle sedi opportune per far emergere queste problematiche e restiamo a disposizione dei rappresentanti politici per un confronto utile a fornire ulteriori chiarimenti in merito e ad approfondire la questione”.