“Il complicato scenario che si prefigura per le prossime settimane a causa del riacutizzarsi della pandemia di Covid-19 sta mettendo in forse anche le ultime sagre e fiere che coraggiosamente, pur con le dovute limitazioni e precauzioni, hanno confermato la loro presenza in questo autunno così insolitamente più povero di eventi enogastronomici in provincia di Cuneo, come nel resto del Piemonte. Occasioni che, venendo meno, non potranno così portare alla ribalta il meglio delle nostre produzioni agricole e, soprattutto, non genereranno quelle ricadute positive sull’intera economia del territorio di cui sono capaci”. Il presidente di Confagricoltura Cuneo, Enrico Allasia, sottolinea come un nuovo restringimento delle misure per contenere il virus, doveroso considerati i dati del contagio, rischia tuttavia di danneggiare, direttamente e indirettamente, l’economia primaria della Granda, che ha negli eventi autunnali le sue vetrine privilegiate per la promozione dei prodotti tipici del territorio.
“Gli sforzi e gli investimenti fatti negli ultimi anni da parte di tutti gli attori istituzionali del territorio per una promozione coesa delle sue bellezze paesaggistiche, storiche e delle sue tipicità sono stati ingenti e i risultati si sono visti, specie dal punto di vista turistico con dati di presenze e arrivi positivi per le due ATL della nostra provincia – continua Allasia –. Un risultato ottenuto, però, anche grazie alle aziende agricole che, oltre a produrre eccellenze, sono protagoniste indiscusse della buona riuscita di tanti eventi. In questo momento tutto ciò è fortemente ridimensionato, se non impossibile, e i contraccolpi saranno notevoli, soprattutto per quelle realtà del settore che hanno nelle fiere il loro principale sbocco dal punto di vista economico e promozionale”.
Un motivo in più, secondo Confagricoltura Cuneo, per accelerare gli investimenti nelle innovazioni digitali e nella tecnologia, potenziando le reti internet soprattutto nelle zone marginali della nostra provincia, ma non solo. Stiamo parlando di infrastrutture ormai irrinunciabili per chi fa impresa e che devono rientrare in un progetto organico di sviluppo concreto e celere.
“Come abbiamo ribadito in molte occasioni, l’agricoltura non si è fermata in questi mesi e non lo farà neppure nei prossimi, ma le conseguenze del lockdown primaverile e di questa nuova recrudescenza della pandemia rischiano di mettere in ginocchio molti comparti agricoli (zootecnia, vino, ortofrutta, su tutti) che devono far fronte a un calo dei consumi legati ai canali Ho.Re.Ca. e a quotazioni dei prodotti, in molti casi, al di sotto delle soglie di remunerazione – ha concluso Allasia –. Tutto ciò mentre le raccolte stagionali si avviano nelle loro fasi conclusive, confermando anche quest’anno elevati standard di qualità delle produzioni”.