Una prima segnalazione fatta a fine luglio alla Regione pare essere caduta nel vuoto: i problemi con il ritiro dei certificati fitosanitari – necessari alle aziende della frutta per attestare il rispetto dei requisiti richiesti dalla normativa in materia degli Stati importatori, se si vuole esportare produzioni vegetali (frutta e ortaggi) in paesi Extra Ue, come richiesto dalla direttiva europea 2000/29/CE e dal Dlg.s 214/2005 – permangono, in un periodo, tra l’altro, in cui si è nel pieno della raccolta frutta. Una nuova segnalazione è giunta ancora una volta da numerosi associati alla Confagricoltura Cuneo, che indicano come il ritiro della documentazione obblighi le aziende con sedi a Cuneo a recarsi anche due volte al giorno presso l’Ufficio di Certificazione Fitosanitaria di Torino o alla sede distaccata di Verzuolo.
“Come avevamo già evidenziato poche settimane fa, questa operazione è un’incombenza non di poco conto per le imprese del settore – dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo -. Ormai siamo al cospetto di un problema, soprattutto perché siamo nel pieno della raccolta frutta e i nostri agricoltori hanno ben altro a cui pensare. Ai nostri uffici di zona sono stati segnalati casi di aziende che hanno dovuto recarsi anche due volte al giorno a Torino per espletare questioni burocratiche legate al ritiro dei certificati. Non ha senso”.
La vigilanza sull’esportazione della frutta viene effettuata dagli ispettori fitosanitari su vegetali e prodotti vegetali comportanti “rischio fitosanitario” al fine di garantirne la rispondenza ai requisiti fitosanitari richiesti dai Paesi importatori. Le aziende che intendono esportare verso uno Stato extra Ue, vegetali o prodotti vegetali non trasformati, devono pertanto richiedere ai Paesi destinatari le informazioni riguardanti i requisiti fitosanitari e le normative attualmente vigenti e sottoporle all’approvazione del Settore Fitosanitario Regionale per la verifica di fattibilità.
“Ben vengano i controlli – sottolinea la Confagricoltura – ma ciò non deve incidere sulla regolare attività aziendale. Non è possibile che nel 2020 le nostre aziende per poter svolgere il loro lavoro debbano sobbarcarsi chilometri e chilometri per raggiungere Torino o Verzuolo per ritirare un certificato che potrebbero tranquillamente redigere in azienda dopo adeguati controlli di conformità. Della questione avevamo informato la Regione Piemonte nella persona dell’assessore all’Agricoltura Marco Protopapa, che invitiamo ancora una volta a trovare una soluzione più snella e meno impattante anzitutto per gli operatori del settore, chiamati in queste settimane a concentrarsi sul loro raccolto e su attività più strategiche per il loro sviluppo che non a individuare il giorno più adatto per recarsi a Torino a ritirare un semplice documento. Occorre snellire le procedure”.