Confagricoltura Cuneo chiede alla Provincia di essere maggiormente coinvolta e consultata per la redazione del piano di controllo dei cinghiali. Il documento è necessario per dare piena attuazione alle norme approvate dalla Regione Piemonte lo scorso 20 dicembre che prevedono, tra le altre misure, la possibilità per i conduttori dei fondi, in possesso di regolare porto d’armi e assicurazione venatoria, di abbattere gli animali. Misura questa fortemente richiesta dalla Confagricoltura provinciale già diversi mesi fa quando, di fronte al proliferare incontrollato di ungulati con conseguenti danni alla coltivazione, aveva chiesto la possibilità di consentire agli agricoltori di intervenire a difesa delle colture danneggiate.
“Ad oggi continua a mancare in provincia di Cuneo un piano di contenimento, mentre i danni provocati dai selvatici alle colture non accennano a diminuire e gli agricoltori continuano a vedere costantemente compromesso il frutto del loro lavoro; chiediamo perciò all’amministrazione provinciale una maggior concertazione del piano di controllo con tutte le organizzazioni di categoria e una definizione chiara dei tempi per la sua attuazione – dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo –. Alcune delle misure per contenere il fenomeno, presentate tempo fa da una nostra delegazione proprio ai rappresentanti del settore Caccia e Pesca della Provincia di Cuneo durante un incontro, sono state recepite dalla Regione; segno che le soluzioni da noi avanzate per contrastare il fenomeno erano ben ponderate e attuabili”.
In particolare, le norme regionali prevedono che, nel caso in cui gli interventi d’urgenza richiesti alle Province non vengano attivati nelle 48 ore dalla segnalazione, gli stessi proprietari e conduttori, fatte le dovute comunicazioni, nelle seguenti 72 ore possano procedere all’abbattimento, per poi darne obbligatoriamente comunicazione alla Provincia nelle 48 ore successive. Per dare il via alle azioni di contenimento sul nostro territorio, sia quelle programmate sia quelle d’emergenza, è dunque necessario che le disposizioni regionali vengano recepite dalla Provincia attraverso l’adozione di un proprio piano di contenimento da inviare all’Ispra, che dovrà fornire parere consultivo obbligatorio.
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