Confagricoltura Piemonte ha chiesto alla Regione di attivare le procedure per la richiesta di dichiarazione dello stato di calamità naturale causa siccità. “Al momento – dichiara il presidente di Confagricoltura Piemonte e Cuneo, Enrico Allasia – non è ancora possibile quantificare con precisione i danni arrecati alle coltivazioni, condizione indispensabile per accedere ai sostegni del Fondo di solidarietà nazionale, ma ciò che è certo è che le ripercussioni della carenza idrica sulle coltivazioni saranno pesantissime”. Confagricoltura, che ha partecipato ai lavori del gruppo di lavoro dell’assessorato all’Agricoltura che monitora il rischio di perdita del raccolto per cause idriche, allo scopo di identificare le zone dove si rilevano gravi carenze di approvvigionamento, evidenzia una situazione di forte preoccupazione.
“La situazione è critica su tutto il territorio regionale; chi può – spiega Ercole Zuccaro, direttore di Confagricoltura Piemonte – sfrutta al massimo la possibilità d’irrigazione, con costi molto elevati per il prelievo dell’acqua dai pozzi, a causa del rincaro del prezzo del gasolio agricolo”.
In base alle rilevazioni del servizio tecnico di Confagricoltura Piemonte – attivo con una cinquantina di operatori specializzati sui territori di tutte le province – la situazione è di criticità estrema per le foraggere (la produzione di fieno è stimata in calo del 40%), orzo e grano: per quest’ultimi si sta originando il fenomeno della “stretta”, finora evidenziato prevalentemente nelle regioni meridionali e quasi mai riscontrato in Piemonte, che produrrà una riduzione della produzione, stimata nell’ordine del 30%. Le semine del mais si sono ridotte a favore di colture meno esigenti dal punto di vista idrico, quali sorgo e girasole; il protrarsi dell’assenza di piogge lascia prevedere uno scarso sviluppo delle colture, con importanti cali di produzione.
Per quanto riguarda il pomodoro da industria la scarsa risorsa disponibile nelle falde e la conseguente mancanza di acqua nei pozzi ha fatto sì che alcune aziende abbiano addirittura rinunciato a praticare la coltura. I primi trapianti hanno potuto sfruttare le piogge di fine aprile rispetto ai trapianti successivi, ma in generale la situazione di stress idrico è diffusa, con ripercussioni sulla fioritura e quindi sulla produzione.
Nelle Langhe, in Monferrato e negli altri areali viticoli si riscontra un anticipo del ciclo vegetativo dovuto alle temperature elevate e una situazione di sofferenza dei nuovi impianti che potrebbero necessitare di irrigazioni di soccorso. La fioritura nei versanti più esposti e asciutti è stata anticipata, chiaro segnale di difesa della pianta contro la carenza idrica e le elevate temperature; in ogni caso quest’anno la maturazione delle uve sarà molto anticipata.
Per i noccioleti non ci sono ancora sintomi evidenti, ma se non arriveranno piogge consistenti e le temperature non si abbasseranno è prevedibile una forte cascola nel mese di luglio e difficoltà produttive dal punto di vista qualitativo.
Situazione critica per la frutta: la cosiddetta “acqua di fortuna” è esaurita e tutte le aziende attingono dai pozzi a pieno regime.
I consorzi irrigui, stante la scarsità della risorsa idrica, nelle prossime settimane prospettano il rischio di non poter soddisfare le richieste di irrigazione.
Per quanto riguarda i pascoli, nelle vallate alpine, in assenza di precipitazioni, tra circa un mese ci saranno problemi circa le quantità di erba disponibili; le mandrie potrebbero essere costrette a rientrare anticipatamente dalla monticazione.
“La carenza idrica – sottolinea il responsabile dell’area ambiente di Confagricoltura Piemonte Marco Boggetti – ha causato notevoli difficoltà nelle scelte di semina da parte degli agricoltori, fatto che potrebbe determinare ripercussioni sul rispetto degli impegni assunti con le misure a superficie del programma di sviluppo rurale, per esempio per le rotazioni colturali: è perciò necessario predisporre adeguate deroghe agli impegni in modo da non penalizzare ulteriormente le aziende”.
Confagricoltura ha anche chiesto alla Regione di verificare la possibilità di intervenire in merito alla regolazione delle portate derivanti da invasi a uso idroelettrico, per garantire una maggiore uniformità dei flussi irrigui.