“L’emergenza determinata dalla siccità ha aggravato significativamente la situazione di difficoltà economica degli allevamenti a causa della scarsa disponibilità di foraggi di primo taglio, della contrazione della produzione di mais di primo raccolto e della compromissione delle coltivazioni di secondo raccolto, quali mais, sorgo, panico ed erbai vari”. Enrico Allasia, presidente Confagricoltura Piemonte e Cuneo, esprime preoccupazione per lo stato di salute del comparto degli allevamenti bovini; la questione è stata affrontata ieri (7 settembre) al tavolo di filiera che si è riunito all’assessorato regionale all’Agricoltura guidato da Marco Protopapa, al quale hanno partecipato il presidente della sezione allevamenti bovini da carne di Confagricoltura Piemonte e Cuneo, Alberto Brugiafreddo, e il vice direttore dell’organizzazione agricola, Paolo Bertolotto.
Dall’incontro è emerso che, in base ad uno studio condotto su un campione rappresentativo di aziende, aggiornato alla luce dei recenti forti rincari delle materie prime e dell’energia, gli allevamenti di bovini registrano attualmente una perdita di 41 centesimi al chilogrammo (peso vivo, riferito a capi maschi) rispetto al prezzo massimo rilevato dai mercuriali della Camera di commercio di Cuneo.
La scarsa redditività degli allevamenti sta favorendo la diminuzione dei capi allevati e l’abbandono di alcune stalle; nel 2010 in Piemonte c’erano 3.625 allevamenti di bovini da carne con 264.488 capi; attualmente il numero delle stalle è sceso a 2.828, con 239.821 capi bovini allevati. In un decennio praticamente una stalla su cinque ha chiuso i battenti. Più contenuto, ma comunque allarmante il calo in provincia di Cuneo, patria della zootecnia bovina da carne in regione: dai 1.103 allevamenti e 124.790 capi del 2010 si è scesi a 977 stalle e 122.031 animali attualmente allevati.
“È una situazione che ci preoccupa – dichiara Alberto Brugiafreddo, presidente della sezione allevamenti bovini da carne di Confagricoltura Piemonte e Cuneo – perché in assenza di misure adeguate, si rischia di andare incontro a una forte contrazione degli allevamenti, anche a causa dei probabili aumenti delle materie prime che si profilano nei prossimi mesi a seguito del peggiorare della crisi dovuta al conflitto russo-ucraino. Per questi motivi oltre ai sostegni diretti agli allevatori già previsti a livello comunitario e nazionale e a quelli indispensabili e urgenti finalizzati a contenere il costo dell’energia, sarebbe importante che nelle sedi istituzionali competenti si promuovessero azioni, anche strutturali, idonee a riposizionare sul mercato, in un ambito economicamente sostenibile, la carne di bovino e in particolare quella della razza Piemontese certificata”.