Martedì 8 marzo, con inizio alle 17.30, in streaming sulla propria pagina Facebook (@cespecufficiale), il Cespec (Centro Studi sul Pensiero Contemporaneo di Cuneo) nell’ambito del ciclo di attività legate al workshop “Logiche economiche e messaggi di fede” organizza un incontro online per la presentazione del libro “Il vento conservatore. La destra populista all’attacco della democrazia”. All’appuntamento sarà presente l’autrice del libro, Giorgia Serughetti (Università degli Studi di Milano – Bicocca). Dialogheranno con lei sui contenuti del volume Mauro Mantelli (Cespec) e Gabriele Vissio (Cespec). Per partecipare è necessario iscriversi al link https://forms.gle/fYsXwE6JXWZp3Xgs9. L’appuntamento si tiene in collaborazione con l’Istituto storico della Resistenza e della Società contemporanea in provincia di Cuneo, con lo Studio teologico interdiocesano di Fossano e con l’Istituto superiore di Scienze religiose e si avvale del contributo della Fondazione Crc. Agli insegnanti delle scuole di ogni ordine e grado è consentita gratuitamente, previa iscrizione, la partecipazione all’evento, che darà luogo all’acquisizione di un attestato di partecipazione, riconosciuto ai fini dell’aggiornamento docenti. Per maggiori informazioni scrivere a centrostudi.cespec@gmail.com.
In un mondo sempre più stretto nella morsa dell’insicurezza economica e dell’incertezza sul futuro, si alza il vento conservatore. Crescono movimenti e partiti politici che rassicurano il proprio elettorato mostrandosi ostili all’eguaglianza sociale, all’accoglienza degli stranieri, ai diritti delle donne e delle minoranze sessuali, mettendo a rischio i valori fondativi delle nostre democrazie. Dal secondo Dopoguerra si sono ottenuti risultati straordinari a difesa dell’inclusione democratica. Oggi c’è un vento conservatore che spira in direzione contraria, la cui origine è da ricercare in altri processi che il Novecento ha innescato: dalla deregolamentazione dell’economia all’ideologia dell’individualismo competitivo. Questo libro propone una lettura originale che mette insieme la crisi dell’ordine neoliberale, evidenziata anche dalla catastrofe planetaria della pandemia, e l’avanzata di progetti politici di segno antiegualitario e autoritario. I leader della destra radicale populista devono il loro successo alla promessa di proteggere le ‘maggioranze silenziose’ dei loro paesi dai sentimenti di insicurezza e spaesamento indotti dalle dinamiche dell’economia. Non offrono però, in risposta, ricette redistributive contro la crescita delle diseguaglianze. Piuttosto, fanno appello all’identità nazionale, etnica, religiosa o sessuale, ergendosi a difesa dei ‘nativi’ contro gli stranieri e della famiglia ‘tradizionale’ contro nuovi modelli di vita affettiva. Le destre radicali minacciano di acquisire nuova forza nell’incertezza generata dalla crisi pandemica e la risposta delle forze progressiste potrà passare solo attraverso una rinnovata lotta contro ogni forma di diseguaglianza.