Sabato 4 maggio, dalle 9.30, il PalaExpo di Cherasco (piazza degli Alpini) ospita il convegno “Il nocciolo. Innovazione e strategie per il futuro” organizzato da Confagricoltura Cuneo, in collaborazione con Ascopiemonte, Piemonte Asprocor e Coricoop, con il patrocinio e il sostegno di numerosi partner istituzionali e privati. L’evento, giunto alla sua decima edizione, è ormai diventato un punto di riferimento importante di confronto e scambio di informazioni per corilicoltori e operatori del settore provenienti da tutta Italia. L’appuntamento è a ingresso libero, fino ad esaurimento dei posti, ma sarà possibile prenotarsi effettuando la registrazione sul sito www.confagricolturacuneo.it. Si potrà seguire l’evento anche in streaming sul sito di Confagricoltura Cuneo. Per informazioni 0171/692143 /int. 7 – eventi@confagricuneo.it.
“Sono oltre 28.000 gli ettari coltivati a nocciolo in Piemonte, quasi 17mila in provincia di Cuneo e oltre 90.000 in tutta Italia. L’attenzione nei confronti del comparto resta molto alta, ma numerose sono le difficoltà che negli ultimi anni hanno colpito la coltivazione: cambiamenti climatici, diminuzione di produzione e insorgenza di nuove fitopatologie – dichiara Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo –. Solo attraverso la ricerca e l’innovazione possiamo affrontare il futuro con maggiori certezze ed è quanto cerchiamo di approfondire con questo convegno. Ringrazio, quindi, le istituzioni e gli sponsor che, con il loro sostegno, ogni anno rendono possibile la realizzazione di questa importante manifestazione».
“Il tema di questa decima edizione del convegno è il futuro o meglio le prospettive di una coltivazione come il nocciolo che negli ultimi dieci anni ha avuto una grande espansione, ma che oggi vive un momento di stasi, di incertezza – continua Gianluca Griseri, tecnico tra gli organizzatori del convegno –. Occorre trovare metodi di gestione dei noccioleti sostenibili e innovativi che possano far fronte ai cambiamenti climatici e all’aumento dei costi di produzione. Insomma, una coltivazione moderna che non lasci spazio all’improvvisazione, ma cresca seguendo un concreto programma di gestione e di sviluppo per garantire una giusta remunerazione ai produttori. Sostenibilità ambientale, ma anche produttiva ed economica, dove la qualità deve rappresentare un elemento imprescindibile per il futuro dell’intera filiera corilicola italiana”.
Dopo i saluti di Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo e Confagricoltura Piemonte, Alberto Cirio, presidente della Regione Piemonte e Marco Protopapa, assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte il giornalista Lorenzo Tosi, moderatore della mattinata, darà il via ai lavori del convegno.
Il programma prevede l’intervento di Mercè Rovira dell’Istituto di Ricerca e Tecnologia Agroalimentare (IRTA) di Tarragona che presenterà la coltivazione del nocciolo in Spagna, tra situazione presente e prospettive future. A seguire Sergio Tombesi del Dipartimento di Scienze delle produzioni vegetali sostenibili dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza illustrerà la possibilità di utilizzo di portainnesti non polloniferi in una corilicoltura moderna. Successivamente, Vincenzo Tagliavento, responsabile di laboratorio Phy.Dia. spin off dell’Università degli Studi della Tuscia (Viterbo), tratterà i metodi di diagnostica delle principali fitopatie che colpiscono il nocciolo. In conclusione, Giuseppe Celano, docente del corso di Agraria – DIFARMA dell’Università di Salerno, approfondirà il tema della sostenibilità della corilicoltura italiana alla luce dei cambiamenti climatici.
All’esterno del PalaExpo sarà allestita un’esposizione di macchinari utilizzati nella coltivazione del nocciolo. La giornata continuerà con il consueto “porte aperte” della ditta Chianchia, specializzata nella produzione di macchine per la raccolta, pulizia ed essicazione delle nocciole.
Il convegno è valido per il rilascio di crediti formativi per gli iscritti all’Albo della Federazione Interregionale degli Ordini dei Dottori Agronomi e Forestali del Piemonte e Valle d’Aosta e del Collegio Interprovinciale dei Periti Agrari e Periti Agrari Laureati di Alessandria, Asti, Cuneo, Torino e Valle d’Aosta.