In provincia di Cuneo, nel 2022, sono state 3.232 le aziende assuntrici di manodopera agricola e 13.200 i dipendenti in agricoltura (11mila assunti a tempo determinato e 2.200 a tempo indeterminato), a fronte di 24.844 pratiche di assunzione, perché ci sono stati lavoratori che, per via della stagionalità delle operazioni nel settore, hanno lavorato in più aziende. Negli ultimi tre anni, inoltre, si è registrata la tendenza ad un aumento dei contratti a Tempo Indeterminato (+6%) rispetto a quelli a Tempo Determinato (-5%) e, in generale, ad una crescita dei giorni lavorati. Sono solo alcuni dei numeri da cui, giovedì 6 luglio, al “Lago dei Salici” di Caramagna Piemonte sono scaturiti spunti e riflessioni sul mondo del lavoro in agricoltura durante l’assemblea annuale di Confagricoltura Cuneo.
“L’agricoltura garantisce sempre più occupazione per l’intero anno o una larga parte di questo – ha dichiarato Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo – ma la carenza di manodopera base e specialistica ormai è una realtà; le cause sono diverse, ma occorre lavorare per fare diventare più attrattivo il lavoro in agricoltura, specie nei confronti dei giovani. Oggi la manodopera extracomunitaria è sempre più indispensabile, ma bisogna semplificare gli iter di rilascio dei permessi di soggiorno per lavoro subordinato, che a volte sono un ostacolo nel fidelizzare i lavoratori stranieri rispetto ad altri Paesi europei. In ultimo il costo del lavoro, che incide in maniera eccessiva sulle aziende agricole, soprattutto in particolari settori, ad esempio il frutticolo, dove è la voce maggiore. Servono urgentemente interventi decontributivi e una maggior perequazione contributiva a livello nazionale”.
L’assemblea, moderata da Anna Gagliardi responsabile dell’ufficio stampa nazionale di Confagricoltura, è entrata nel vivo con l’intervento di Annamaria Barrile, direttore generale di Confagricoltura, che ha sottolineato come l’associazione faccia da sempre del tema del lavoro uno dei suoi pilastri fondanti e sia impegnata nel favorire sempre maggior formazione per la manodopera e nel richiedere un alleggerimento della pressione fiscale sulle buste paga e una semplificazione della burocrazia sul lavoro.
Tematiche approfondite da Roberto Caponi, direttore delle Politiche del lavoro, welfare e sicurezza sul lavoro di Confagricoltura, che ha ribadito: “Oggi la difficoltà maggiore per le aziende è reperire manodopera, ma i tempi di lavorazione in agricoltura non sono decisi dagli imprenditori bensì dalla natura. Lavoratori italiani non se ne trovano più, ma calano anche i lavoratori neo-comunitari e per gli extra Ue permangono molte incertezze legate al Decreto Flussi e ai tempi di rilascio dei visti di ingresso. Le inefficienze del sistema di collocamento nazionale e lo scarso interesse degli intermediari privati ad investire nel settore della manodopera agricola, rende lo scenario ancora più complesso. Come Confagricoltura abbiamo fatto le nostre proposte per rendere più attrattivo il lavoro agricolo, intervenendo sulla retribuzione con rinnovi contrattuali e avanzando proposte per misure che riducano il cuneo fiscale. Per le aziende agricole assumere manodopera sta diventando sempre più una corsa ad ostacoli con più regole, contributi e sanzioni”.
Ad Elsa Fornero, economista, professoressa onoraria Università degli Studi di Torino ed ex ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, è toccato provare a dare una risposta ai tanti quesiti sul tavolo: “Questa provincia è fatta di agricoltura, che non è più quella del passato, ma è un’attività che modella il territorio e determina benessere delle famiglie, anche nei redditi. I problemi del lavoro vanno affrontati perché sono alla base del nostro benessere. Oggi viviamo una complessità chiara che dipende dalle modifiche della nostra società, aumentate molto negli ultimi 15 anni, e dalla successione di diversi shock negativi dal 2008 ad oggi. Dobbiamo affrontare i problemi evitando, però, di caricarli sempre di polemica contro qualcosa o qualcuno. Oggi siamo tornati a superare il tasso di occupazione generale del 60% che avevamo raggiunto 25 anni fa, ma restiamo comunque il Paese europeo con il più basso tasso di occupazione, dietro alla Grecia. Altro tema, poi, è la produttività che genera valore aggiunto: in Italia l’economia si è rifugiata troppo in settori a medio bassa redditività rispetto ad altri Paesi, dovremmo spostarci in settori a più alta produttività e l’agricoltura è senz’altro tra questi”.
Intervenuto telefonicamente il senatore e vicepresidente della 9^ Commissione permanente (Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare) Giorgio Bergesio ha anticipato come il Governo stia lavorando ad una rapida definizione di un nuovo Decreto flussi per avere operai in tempo per le raccolte agricole, ricordando le misure varate a favore del settore.
“Ci sono filiere, penso alla frutticoltura, che impiegano migliaia di persone e lì, più che altrove, c’è la necessità di abbattere il costo del lavoro che mette in difficoltà imprenditori agricoli anche tra regioni italiane diverse. Si potrebbe anche immaginare un sistema contributivo in base ai prodotti realizzati anziché alla territorialità. È una sfida complessa che però eviterebbe concorrenza tra aziende dello stesso comparto, ma di regioni diverse”, ha concluso Enrico Allasia prima di lasciare spazio alla consegna degli “Aratri d’Oro” ad alcuni imprenditori associati, in onore dei risultati raggiunti nella propria attività e della fedeltà associativa, e del riconoscimento “Orgoglio Agricolo” e alla cena sociale.