“Le Case di Riposo non possono restare chiuse un giorno a settimana o non accendere il riscaldamento per contrastare il caro bollette, se le istituzioni non intervengono in tempi rapidi si troveranno a non riuscire più a pagare le bollette della luce e del gas”. Il grido d’allarme lanciato dal Presidente dell’Associazione provinciale cuneese Case di riposo pubbliche e private, Silvio Invernelli, pone l’accento su un problema che riguarda tutti indistintamente ma che per le Residenze Sanitarie Assistenziali ha l’aggravante di non poter adottare misure di contenimento a causa della natura stessa del servizio che prestano. “Nei prossimi giorni chiederemo di incontrare, per far presente la drammatica situazione che stanno vivendo le RSA, gli enti preposti a intervenire (Regione, Provincia, Prefettura…) e le fondazioni bancarie – continua -. Finora il clima mite che sta caratterizzando questo inizio autunno non ha ancora evidenziato la gravità della situazione, ma bisogna considerare che gli anziani, in particolare quelli non autosufficienti, hanno esigenze del tutto differenti da chi è più giovane e sta bene. Le Case di Riposo non possono tenere al freddo i loro ospiti né rimandarli a casa, ma senza un aiuto diventeranno presto morose nei confronti dei fornitori di elettricità e gas”. Ad essere nuovamente più penalizzate saranno le strutture di montagna che dovranno fare i conti con temperature più fredde e per periodi più lunghi.
L’Associazione provinciale cuneese Case di riposo pubbliche e private – a cui aderiscono 70 strutture, la metà del totale presenti in provincia di Cuneo – aveva già denunciato il problema del rincaro di tutte le forniture, in particolare quelle di luce e di gas, in primavera, quando da un sondaggio a cui avevano risposto 32 strutture della provincia di Cuneo era già emerso come gli aumenti delle bollette oscillavano dal 13 al 155 per cento per l’elettricità e dal 40 a 128 per cento per il gas. Un quadro che purtroppo oggi è molto peggiore di quello di marzo.
Solo per fare un esempio, una struttura come la Residenza Emanuele Tapparelli di Saluzzo, che conta complessivamente 177 ospiti, prevede che il costo del teleriscaldamento per il 2022 ammonterà a quasi 335 mila euro, il 112,5% in più rispetto al 2021 (quando era stato di 157 mila euro) che era già stato il 37% più alto di quello del 2020 (114 mila euro). La situazione è ancora peggiore per quanto riguarda la spesa per l’energia elettrica, passata dai 55 mila euro del 2020, ai 77 mila del 2021 (+40%), per arrivare ai presunti 210 mila euro del 2022 (+170%). Emblematica è la bolletta per il teleriscaldamento da 54 mila euro del solo mese di gennaio 2022, equivalente quasi alla spesa annua sostenuta per l’energia elettrica nell’intero 2020.
“Oltre ad una iniezione di liquidità che aiuti le Case di Riposo a far fronte al pagamento delle bollette già del prossimo mese – conclude Invernelli -, la nostra richiesta urgente è quella di incrementare il numero dei posti convenzionati, che oggi sono circa la metà del totale dei posti disponibili. Nel breve periodo poi bisogna prevedere facilitazioni e sgravi per l’efficientamento energetico specifici per le Case di risposo, oltre a maggiori riaperture che interessino anche i centri diurni con criteri e protocolli davvero univoci e uniformi, senza più la discrezionalità e responsabilità data ai direttori sanitari”.