“Vorremmo che anche il territorio cuneese fosse coinvolto nella parte organizzativa delle Olimpiadi invernali del 2026. Nel documento di candidatura non si parla della Granda, delle sue montagne e dei suoi impianti sciistici, unanimemente riconosciuti dagli addetti ai lavori come dei fiori all’occhiello. Non si parla di essi per le gare, ma nemmeno per gli allenamenti degli atleti. Gli effetti positivi che certamente avrebbe un evento di portata mondiale come una Olimpiade, devono poter cadere a pioggia su un territorio più ampio”. Confindustria Cuneo, per bocca del proprio presidente Mauro Gola, prende posizione per sottolineare come nel dossier di candidatura di Torino per le Olimpiadi Invernali del 2026 si parli poco o nulla delle tante possibilità che potrebbero offrire le infrastrutture sportive e turistiche distribuite nelle vallate della provincia di Cuneo.
“Lo scorso mese di marzo il Sistema Nazionale Confindustria ha avviato un nuovo progetto mirato ad accendere i riflettori sull’economia della montagna – continua il presidente di Confindustria Cuneo, Mauro Gola -. Si chiama ‘Confindustria per la Montagna’ e ha il compito di portare la ‘questione montagna’ al centro dell’agenda politica. E allora ricordiamoci delle nostre montagne non solo per assisterle, ma per far sì che il loro valore, le loro infrastrutture, la loro capacità di generare turismo, in generale di far esprimere i talenti che possiedono, siano messi a beneficio di tutto il Paese. Quindi, quale migliore manifestazione di una Olimpiade può mettere alla prova il nostro sistema imprenditoriale di vallata per mostrare ancora una volta all’opinione pubblica che ha tutte le carte in regola per poter organizzare e, ce lo auguriamo, ospitare un evento mondiale di tal portata?”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente della Sezione Turismo di Confindustria Cuneo e rappresentante di Cuneo Neve, Nicola Dalmasso: “Una Olimpiade è un’occasione imperdibile per fare sistema – spiega -. Sarebbe fantastico se i Giochi Olimpici fossero assegnati a Torino, e se così fosse noi ci siamo. Quanto sarebbe bello poter ospitare anche una sola gara nelle nostre vallate cuneesi che, lo ricordiamo, hanno dato i natali a campionesse del calibro di Stefania Belmondo e Marta Bassino?”. Dalmasso ricorda, infine, l’esperienza positiva di Torino 2006: “La Granda godette a pieno quell’occasione. Grazie ai fondi pubblici stanziati in occasione di quei Giochi Invernali furono realizzate nuove infrastrutture, ci fu la revisione di moltissimi impianti, vennero sistemate le piste da sci e inaugurate nuove stazioni. Non dimentichiamo, inoltre, le notevoli ricadute in termini turistici che potrebbe portare l’evento sul nostro territorio, che già in occasione di altri appuntamenti sportivi ha dimostrato, anche nel recente passato, di saper dire la sua in modo egregio, sia in termini di organizzazione che di ospitalità. Escludere le località invernali del Cuneese dalla candidatura alle Olimpiadi 2026 vorrebbe dire favorire ancora una volta le sole Grandi Valli Olimpiche e ritrovarsi dopo qualche anno a combattere nuovamente la battaglia per il riequilibrio delle risorse investite”.