I panettoni e pandoro Maina continuano a conquistare i consumatori internazionali. Nonostante il periodo di profonda incertezza legata al post emergenza pandemica, alla guerra in Ucraina e all’incremento generalizzato dei prezzi di energia e materie prime, le vendite dei dolci da ricorrenza prodotti per l’estero dall’azienda di Fossano fanno registrare una crescita a volume totale superiore al 10%. A trainare sono i mercati “storici”, su tutti la Gran Bretagna, dove la percentuale di incremento di prodotti venduti rispetto allo scorso anno sfiora il 30%, ma anche gli Stati Uniti (+7%). In generale, performance molto positive si registrano in tutti gli oltre 40 Paesi in cui Maina è presente con i suoi prodotti dolciari.
“Il consumatore inglese del panettone potrebbe essere definito “gourmet”, sempre in cerca di sfiziose novità da affiancare ai prodotti classici – sottolinea Marco Brandani, amministratore delegato di Maina –. Questo è il mercato in cui facciamo più innovazione, introducendo ogni anno ricette diverse per customizzare il panettone ai gusti locali: è così che sono nati panettoni dai gusti più “strani”, da quello arricchito da un esotico mix di spezie a quello con il caramello salato o con una croccante copertura di biscotti alla cannella. Quello inglese è sicuramente il mercato straniero più vivace in cui c’è più interesse verso il panettone, tanto che ormai da diversi anni, i nostri panettoni sono protagonisti delle pubblicità natalizie delle più importanti catene della grande distribuzione e spazi sempre maggiori sono dedicati a questo dolce anche sui quotidiani nazionali. È di questi giorni, ad esempio, un ampio servizio dedicato proprio alla nostra azienda sul The Guardian”.
In altri Paesi è invece forte l’apprezzamento per i prodotti più tradizionali. È il caso degli Stati Uniti, dove il consumatore del panettone è solitamente una persona per lo più tradizionalista, che cerca il panettone classico, con canditi e uvetta. Poche sono le varianti, e tutte sempre legate all’italianità, in quanto collegate a un dolce o a un ingrediente tipico del “Made in Italy” (tiramisù, limoncello, pistacchio). “Le maggiori difficoltà incontrate di recente su questi mercati sono principalmente legate ai trasporti – continua Brandani –; il traffico marittimo è ancora nettamente inferiore a quello del periodo pre-Covid, con meno disponibilità di container e di tratte, allungando quindi notevolmente i tempi di percorrenza. Per questo motivo quest’anno abbiamo dovuto iniziare la produzione un paio di settimane prima del solito calendario in modo da garantire l’arrivo dei prodotti in tempo utile per la messa in vendita”.
Forte dei riscontri positivi che stanno arrivando da oltre confine, Maina prevede di superare a fine anno la sua precedente quota di export, attestatasi lo scorso anno al 18% dei volumi complessivi venduti dall’azienda. Questo dato, in costante aumento anno dopo anno, è frutto di una crescita attentamente programmata e della capacità di coniugare metodi produttivi tradizionali con tecnologie altamente innovative, per arrivare a sfornare prodotti da ricorrenza dall’elevata qualità e capaci di portare con orgoglio l’eccellenza indiscussa del “Made in Italy” in tutto il mondo.