Giovedì 25 maggio, alle 15.30, presso il Filatoio di Caraglio (via Matteotti 40), avrà luogo la presentazione delle attività che nel 2023 animeranno la seconda edizione del progetto “Beica ben! Le valli occitane come non le avete mai viste, anzi vissute!”, promosso dal Comune di Caraglio (ente capofila), Comune di Celle di Macra, Associazione Espaci Occitan, Associazione La Cevitou, Cooperativa Floema, Unione Montana Valle Stura, Unione Montana Valle Grana, Comune di Monterosso Grana, Unione Montana Valle Maira e Comune di Dronero. Il progetto vuole valorizzare il patrimonio culturale, naturalistico, paesaggistico e l’offerta di servizi outdoor delle valli Grana e Maira, a cui si aggiunge da quest’anno anche la valle Stura, territori accomunati, ancora oggi, dalla forte identità culturale occitana. Dopo i saluti istituzionali, i partner presenteranno le attività di progetto e la critica d’arte Olga Gambari dialogherà con le artiste e gli artisti protagonisti delle nuove residenze in programma dal 29 maggio al 1° giugno: Maura Banfo in bassa valle Stura (località Roccasparvera), Manuela Cirino a Monterosso Grana (all’Ecomuseo Terra del Castelmagno, in località San Pietro), Silvia Margaria a Caraglio (al Filatoio e al Bioparco “Acqua Viva”) ed Enrico Tealdi a Dronero (all’Espaci Occitan). Parallelamente, “Beica Ben” prevede quest’anno anche l’ideazione di pacchetti turistici integrati in collaborazione con le strutture ricettive del territorio e facendo rete tra luoghi culturali e outdoor, così da ampliare e completare l’offerta turistica per chi giungerà nelle valli. Per maggiori informazioni e per confermare la propria partecipazione all’evento scrivere a cultura.progetti@comune.caraglio.cn.it.
“Il Comune di Caraglio, capofila del progetto “Beica ben”, per la seconda annualità si prefigge con i partner di proseguire la collaborazione in rete tra le valli Grana e Maira, arricchita quest’anno dall’ampliamento alla valle Stura – dichiara Paola Falco, sindaco del Comune di Caraglio -. L’intento condiviso è quello di aumentare la visibilità delle realtà culturali e delle attività outdoor presenti, con la progettazione di pacchetti turistici per un maggior sviluppo dei nostri territori”.
“La seconda edizione di Beica Ben! parte dagli sguardi e le riflessioni con cui le artiste e gli artisti l’anno scorso hanno coinvolto il territorio materiale e culturale delle valli Maira e Grana, a cui quest’anno si aggiunge anche la valle Stura – aggiunge Olga Gambari, curatrice del progetto –. Il paesaggio ideale del mondo occitano è ancora elemento accomunante, ma anche fattore di specificità di luoghi e comunità. Con il nuovo ciclo di residenze iniziano altre relazioni di ascolto, conoscenza e interpretazioni d’artista, che germineranno in installazioni pubbliche, spunti per narrazioni e dialoghi aperti”.
Il progetto “Beica Ben” è realizzato con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito del bando «In luce. Valorizzare e raccontare le identità culturali dei territori» della Missione Creare attrattività dell’Obiettivo Cultura, che mira alla valorizzazione culturale e creativa dei territori di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta rendendoli più fruibili e attrattivi per le persone che li abitano e per i turisti, in una prospettiva di sviluppo sostenibile sia sociale sia economico.
Di seguito ecco le artiste e gli artisti che saranno impegnati nelle diverse residenze di “Beica Ben” sul territorio.
Maura Banfo | Roccasparvera
Maura Banfo nasce a Torino nel 1969. Dopo anni d’irrequietezza “vagabonda” ad esplorare il mondo, trova nella sua città natale il proprio “nido” dove inizia una ricerca attraverso la fotografia come linguaggio predominante. Il lavoro di Maura Banfo dagli anni Novanta a oggi, segna delle tappe importanti nel sistema dell’arte contemporanea italiana, con uno sguardo e una presenza significativa anche in ambito internazionale.
Maura Banfo subisce da sempre la fascinazione della materia: nella sua ricerca pluridecennale – costellata di mostre, residenze d’artista e molti riconoscimenti indaga attentamente osservando la realtà, a partire dagli oggetti che la circondano e decidendo di restituirli con il mezzo fotografico (e non solo) come nuove entità spogliate del loro significato, architetture da esplorare, entità da osservare sotto punti di vista inediti per aprirli a nuovi codici di senso. La sua forza sta nel mantenere ben riconoscibile la propria impronta creativa e la propria poetica, ma in una continua scoperta di nuove sfaccettature e punti di vista: sebbene prevalga una preferenza per la fotografia, lavora con padronanza anche con il video, il disegno e l’installazione. Le sue opere sono presenti in molte collezioni private e pubbliche.
Manuela Cirino | Ecomuseo Terra del Castelmagno a San Pietro di Monterosso Grana
Manuela Cirino nasce nel 1962, vive e lavora a Novara e Milano. Studia all’Accademia di Belle Arti di Brera con Luciano Fabro, diplomandosi nel 1987. Nel 1988 partecipa ad un progetto espositivo, ideato e curato dagli artisti, dal titolo Politica, del per o riguardante il cittadino a Novi Ligure. Dal 1990 al 1993 lavora ad un progetto collettivo con Piero Almeoni, Maurizio Donzelli e Roberto Marossi esponendo anche a Care of e alla Galleria Massimo Minini. Tiene numerose mostre personali tra cui: Valeria Belvedere, Milano nel 1997, Galleria Neon, Bologna nel 1998, Galleria Ciocca, Milano (Secondo tentativo, nel 2000; Infiniti nel 2005 e Il catalogo delle cose nel 2009). Nel 2012/2013 presenta il progetto L’Immagine Negata alla Galleria Martano a Torino e nel 2014/15 alla Galleria Milano, focalizzando la riflessione sul rapporto tra opera d’arte e spettatore, lavorando sull’idea di nascondere, mostrare, contenere. Il progetto prevede che il momento della visione completa dell’opera avvenga solo in una dimensione domestica e privata. Una critica al sistema contemporaneo, per sottrarre l’opera al consumo inarrestabile di immagini.
Tra le mostre collettive: Galleria 102, Düsseldorf, 1994; Domestic Violence, Giò Marconi, 1994; Art Fiction, Stadtgalerie Kiel, 1998; Il Guardiano e il Passero, Gallery 101, Ottawa, Canada 2003; Attraversamenti, Mar & Partners, Torino, 2007; Terra! Palazzo Botton, Castellamonte, 2016; Galleria Francesca Antonini, 2018; Galleria Milano, Autoprogettazione 2020; Memorie per dopodomani, AF Gallery, 2023. Nel 2000 ha partecipato a un progetto organizzato da Atlantic Center for the Arts, Miami con William Kentridge a Civitella Ranieri.
Da sempre interessata ad un’indagine sull’idea di scultura declinata in forme aperte, utilizza anche mezzi diversi come la fotografia, il disegno e la parola. Nella ricerca attuale torna a focalizzarsi sulla scultura e sul concetto di “sistema” per la sua messa in visione con una speciale attenzione all’utilizzo della ceramica, da sempre presente nella sua ricerca.
Silvia Margaria | Filatoio e Bioparco “Acqua Viva” a Caraglio
Silvia Margaria nasce in provincia di Cuneo nel 1985. Vive e lavora a Torino. Nel 2010 consegue la Laurea di II livello presso l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino. Ha fatto parte di Progetto Diogene. È membro dell’associazione Progetti Specifici.
Passa tre anni all’archivio film della Cineteca del Museo Nazionale del Cinema di Torino, nel settore ispezione e catalogazione pellicole. Quest’esperienza lavorativa è fondamentale per formare la sua attuale ricerca artistica: il modo attento di approcciarsi alla memoria e alla narrazione di identità del passato, e lo sforzo di portare lo sguardo oltre il proprio ordinario affaccendarsi, hanno attivato pratiche che formano un’attenzione più acuta verso le contingenze, le intermittenze del caso, le allusioni e i frammenti, la precarietà e la fragilità.
La sua metodologia di lavoro dà importanza al dialogo e alla partecipazione con altre tracce visive, tenendo conto del rapporto tra gli opposti intesi come tensioni compresenti, dell’esperienza di relazione con la memoria, della complessità del rapporto tra uomo e ambiente.
La sua ricerca si imposta su un ritmo che fa della lentezza una metodologia d’azione, per far sì che l’attenzione possa manifestarsi in maniera aperta, misurata e responsabile.
Tra le mostre personali si ricordano Anthologìa. Cinque donne per i diritti e l’emancipazione, Polo del ‘900, Torino del 2022; La natura (non) ama nascondersi, CUBO Condividere Cultura, Bologna del 2021; Anthologìa, Galleria Opere Scelte, Torino del 2019; [Rapidità], Villa Brivio, Nova Milanese del 2016. Tra le collettive si segnalano: Body Frame, A Pick Gallery, Torino del 2022; Segrete Tracce di memoria, Palazzo Ducale, Genova del 2020; Weather Report, Galerie Hartwich, Sellin auf Rügen, Germania del 2018; Punctum. Working Papers, Serra Bioclimatica, Grattacielo Intesa San Paolo, Torino del 2016. Collabora con la galleria A Pick Gallery di Torino.
Enrico Tealdi | Associazione Espaci Occitan a Dronero
Enrico Tealdi nasce a Cuneo nel 1976, dove vive e lavora. Diplomato in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti L.R. di Cuneo, tra le principali esposizioni personali si segnalano: L’Accordo, galleria Francesca Antonini, Roma, a cura di Giulia De Giorgi, Halos, PIA | PALAZZINA INDIANO ARTE, Firenze (2022); Transfiguration Mode, Scuderie Ducali di Palazzo Acquaviva, Atri (2019); Concerto per carillon, Francesca Antonini Arte Contemporanea, Roma (2018); Si cercano parole che nessuno dirà, a cura di Davide Caroli, MAR – Museo d’Arte della città di Ravenna (2016); First Floor, Hommes Gallery, Rotterdam, The Netherlands (2011). Tra le collettive più recenti: Gli Incontri della Luna, Raucci/ Santamaria Project, Milano (2022; Libro d’ ore, Biblioteca Reale, Torino (2022); Titolo l’ edito inedito capitolo V Etere, Sociètè interludio, Torino (2022); Cartografia Sensibile, Palazzo Tornielli, Ameno (2022); The Milky Way, Franco Noero, Torino (2022); Citèra, Société interludio, Torino (2020); Inventario Varoli, Della copia e dell’ ombra, Cotignola (2021); Dialogo Secondo, Torre di Marckellos, Aegina, Grecia (2019); Nero fortissimo. Rosa antichissimo, Museo Internazionale ceramico, Laveno (2018); Osmosi, Museo del Territorio Biellese, Biella (2017); Dehors, Museo Capitolare, Cisterna Romana della Cattedrale di Atri (2016); Katten, Kabinet-Mars, Mars, Milano (2016); Alcuni Paesaggi, en plein air painting experience, Villa Giulia, Verbania (2015), Landina, Cars, Omegna (2015), 1 Koffer Kunst, Atelier Nele Waldert, Dusseldorf/Heerdt, Germania (2015); Italia Ora, Museo H.C. Andersen, Roma (2011).
Olga Gambari, curatrice del progetto
È curatrice indipendente, critica d’arte e giornalista. Collabora con La Repubblica e Il Giornale dell’Arte. È stata direttrice artistica di The Others Art Fair, del festival internazionale di arte indipendente NESXT e direttrice responsabile del progetto editoriale artesera.it. Nel 2021 ha diretto Paratissima. Insegna Storia dell’arte contemporanea e Fenomenologia delle arti contemporanee allo IED- Istituto Europeo di Design. Ha curato mostre e progetti artistici multidisciplinari. A maggio 2023 esce il suo primo romanzo, “Il nome segreto” (Miraggi Editore). Al centro della sua ricerca e progettualità l’idea dell’arte come luogo di sperimentazione multidisciplinare, laboratorio di pratiche e spazio pubblico.