“Il lavoro svolto negli ultimi anni dalle autorità competenti in materia di sicurezza stradale in provincia di Cuneo ha certamente fornito buoni risultati, ma non bisogna abbassare la guardia e, come ripetiamo sempre, il migliore investimento in sicurezza stradale è quello fatto nelle scuole, dove fin da piccoli si può lasciare un messaggio capace di rimanere impresso più a lungo e con maggiore forze che nelle vecchie generazioni”. Così l’Aci di Cuneo commenta il report sull’incidentalità mortale nella Granda diffuso dalla Provincia in cui risulterebbe in aumento il numero dei decessi su strada. In particolare, l’Aci provinciale pone attenzione al dato sui pedoni: 10 dei 55 casi mortali, praticamente uno ogni 5 decessi, sono relativi a persone investite sulla strada. L’anno scorso, in base alle statistiche Aci-Istat 2014, i pedoni investiti e poi deceduti, nel Cuneese erano stati la metà, 5 (+100% il confronto 2015 su 2014).
“Se i numeri diffusi dalla Provincia saranno validati dall’Istat – affermano i vertici dell’Aci di Cuneo -, avremo un numero raddoppiato rispetto al 2014. Questo per dire che i pedoni sono sempre più la fascia debole. Gli incidenti più gravi, a differenza di quello che si crede, accadono in ambito urbano e a farne le spese è chi va a piedi, in particolare i più anziani. Occorre investire sulle rotatorie, su attraversamenti pedonali moderni e visibili. Sempre di più le sanzioni devono essere finalizzate alla prevenzione. Da tempo, Aci Cuneo è protagonista nelle scuole della provincia con il progetto di prevenzione ‘A passo sicuro’, che prevede la presentazione agli alunni di un dvd contenente episodi sotto forma di animazioni che propongono le più frequenti situazioni che un pedone si trova ad affrontare per strada, ponendo l’accento su quelle corrette e quelle da evitare”.
Questi alcuni deficit sulla sicurezza dei pedoni riscontrati dall’Aci: quando la sede stradale è molto ampia ed è composta da più corsie, servirebbe un maggior uso delle cosiddette isole salvagente sulle quali proteggersi; è frequente la sosta di auto, furgoni e motocicli sulle strisce o in prossimità, cosa che rende poco visibile, sia di giorno che di notte, il pedone al veicolo che sopraggiunge, e viceversa; quando le strisce sono poco visibili, per esempio dietro a una curva o allo spigolo di un palazzo, sarebbe opportuno trovare una diversa localizzazione. Se questo non è proprio possibile, bisognerebbe utilizzare sensori a raggi infrarossi in grado di accendere un semaforo o un segnale luminoso di pericolo visibile ai conducenti che sopraggiungono tutte le volte che una persona si accinge ad attraversare la strada o posizionare pulsanti di chiamata del verde pedonale; infine, l’illuminazione notturna in diversi punti è estremamente carente con zone d’ombra che limitano la visibilità.