Servono coesione e sinergia tra tutti gli attori della filiera per superare il difficile momento vissuto dagli allevatori bovini di razza Piemontese, cercando vie di uscita condivise per il rilancio. È quanto emerso dai diversi interventi che si sono susseguiti durante il convegno “Allevamento razza Piemontese: da dove ripartire? Valorizzazione, qualità e mercati” organizzato da Confagricoltura Cuneo giovedì 27 aprile alla Crusà Neira di Savigliano davanti a una platea di allevatori e operatori del settore. “Dopo la pandemia di Covid-19 i consumi di carne sono calati, mentre complice il conflitto in Ucraina i costi di produzione sono aumentati mediamente del 50%. Se a questo si aggiunge la grave crisi idrica, che anche in prospettiva non lascia tranquilli gli operatori del settore, ecco che il quadro si fa davvero complicato per il comparto. Ma dobbiamo far comprendere all’opinione pubblica che con la crisi della Piemontese, va in crisi tutto il nostro territorio e per questo vanno ricercate insieme soluzioni per un suo rilancio”. Così Roberto Abellonio direttore di Confagricoltura ha aperto i lavori che sono proseguiti con l’intervento del presidente di Confagricoltura Cuneo e Piemonte, Enrico Allasia, e del presidente della sezione Bovini da Carne di Confagricoltura Cuneo, Alberto Brugiafreddo. “Mai come in questi giorni parlare di carne è di attualità – ha sottolineato Allasia –. La nostra non vuole essere una sfida al cibo sintetico, ma dobbiamo fare capire soprattutto al consumatore che la razza Piemontese è allevata in modo sostenibile e all’avanguardia e la sua carne è di assoluta qualità a livello organolettico e nutrizionale, oltre a rappresentare il territorio cuneese e piemontese. Solo così potremo affrontare le nuove sfide del mercato globale, sfruttando anche gli strumenti positivi che l’innovazione e la scienza ci mettono a disposizione per contrastare le tante fake news che circolano sul settore zootecnico”.
Dopo i saluti istituzionali portati dal sindaco di Savigliano, Antonello Portera, e dai consiglieri regionali, Paolo Demarchi e Matteo Gagliasso, il convegno è entrato nel vivo con la relazione di Giorgio Marega, direttore di Coalvi – Consorzio di Tutela della Razza Piemontese, che nell’analizzare i dati di mercato ha evidenziato come da un lato a fine 2022 la consistenza di capi di Piemontese sia stata in flessione rispetto agli anni precedenti, e dall’altro i mercati mondiali si stiano orientando su prodotti meno costosi causando la sofferenza dei pezzi più pregiati della razza. I prezzi della carne sono tutti in risalita a livello nazionale, trainati dall’aumento dei costi, ma la Piemontese fatica ad agganciare questo treno, in particolare le femmine (appena +4%).
A Enrico Ottino, responsabile tecnico Coalvi, è toccato approfondire quali sono gli elementi fondamentali per ottenere carne di qualità, ovvero alimentazione, ambiente e gestione, mentre Andrea Quaglino, direttore di Anaborapi, ha approfondito numeri e specificità dell’allevamento di razza Piemontese: dal libro genealogico 2022 si riscontra un calo del numero di fattrici di 4.000 unità, ma la razza autoctona resta pur sempre la seconda dietro la Frisona con 135.000 vacche (il 7% produzione nazionale), contraddistinta da alta variabilità dei sistemi di allevamento. Sono state illustrate le indicazioni per il miglioramento genetico, così da avere animali più resistenti agli stress, più forti, più docili e in grado anche di contribuire a ridurre le emissioni di gas serra.
Dopo di lui ha preso la parola Marcello Pellegrino, direttore di Compral Carne, che ha ribadito l’importanza di aggregare l’offerta per incidere sul mercato, riorganizzando parallelamente il sistema di collocamento della carne alla luce delle continue contrazioni dei volumi di vendita e delle mutate abitudini di acquisto da parte dei consumatori.
Il dibattito è proseguito con l’intervento di Sergio Capaldo, amministratore delegato di La Granda srl, che nel ripercorrere la storia Consorzio, nato come associazione di allevatori nel 1996, ha rimarcato l’importanza delle certificazioni, per riuscire a farsi riconoscere sui mercati internazionali, e della biodiversità delle produzioni italiane che nasce solo da sistemi di agricoltura rispettosa dell’ambiente e della microbiologia dei suoli, vero tratto distintivo delle produzioni di qualità che ne derivano. Ad Elia Dalmasso, presidente ARAP, infine è stato affidato l’intervento conclusivo della mattinata, prima del dibattito finale, in cui ha ribadito l’importanza di proseguire nel lavoro di ricerca di nuovi mercati e canali di vendita su cui promuovere l’eccellenza della carne Piemontese, migliorando così la fase di commercializzazione e vendita del prodotto.