“Vogliamo un’Italia che tenti di diventare il primo Paese industriale d’Europa, che affronti il futuro da protagonista, che abbia la questione industriale al centro della propria agenda di Governo e che favorisca, come vogliono gli imprenditori di Confindustria, una società aperta, che sappia includere, che non generi ansie, ma alimenti speranze e le trasformi in certezze per il futuro. La ricetta? Più lavoro, più crescita, meno debito pubblico”. Sono alcuni dei passaggi chiave della relazione del presidente di Confindustria Cuneo, Mauro Gola, nel corso dell’assemblea annuale degli industriali della Granda dal titolo “#ITALIADOMANI”, svoltasi lunedì 25 giugno nell’inconsueta cornice della chiesa di San Domenico ad Alba e impreziosita, per la terza volta consecutiva, dalla presenza del presidente nazionale di Confindustria, Vincenzo Boccia. Le relazioni dei due presidenti sono state inframezzate da una tavola rotonda sui temi assembleari, animata da firme di prestigio del panorama giornalistico nazionale. Al termine, si è tenuta invece la premiazione di 12 aziende che hanno raggiunto importanti traguardi di attività nel 2018.
Come sostenere lavoro e crescita e rallentare il debito pubblico? È la domanda alla quale Mauro Gola ha risposto illustrando un programma concreto di medio termine che punti su modernizzazione, semplificazione ed efficienza e che consentirà in cinque anni di ottenere: un incremento di oltre 1,8 milioni di occupati, una riduzione di oltre 20 punti del rapporto tra debito pubblico e PIL, una crescita del PIL reale prossima ai 12 punti percentuali, un aumento dell’export di molto superiore alla domanda mondiale senza per questo dover rinunciare a riforme e strumenti che nell’ultimo anno hanno favorito la crescita, come Industria 4.0 e Jobs Act. “Per realizzare questi obiettivi – ha spiegato Gola – tre attori sono chiamati a lavorare congiuntamente: l’Europa (dalla quale recuperare 93 miliardi di euro attraverso un piano europeo di investimenti in ricerca, formazione, infrastrutture), le imprese (recuperabili 38 miliardi di euro investendo nell’economia reale e su obiettivi di politica economica) e le istituzioni nazionali (da azioni mirate sul bilancio pubblico possono arrivare 120 miliardi di euro attraverso l’aumento della compartecipazione al costo dei servizi pubblici e l’introduzione di un obbligo di spending review di legislatura)”. “Per arrivare a questo occorre un’Italia che includa nuovi posti di lavoro per alzare il tasso d’occupazione, che cresca di almeno il 2% in media d’anno per i prossimi 5 anni e che rassicuri i mercati riducendo il rapporto debito pubblico/PIL di almeno 20 punti in 5 anni”. Obiettivi raggiungibili con azioni da intraprendere e che dovranno concretizzarsi lungo sei assi prioritari di intervento. Necessari: un’Italia più semplice ed efficiente (meno leggi, meno burocrazia, giustizia più veloce, più infrastrutture); una nuova idea di scuola e formazione che aiutino i giovani ad un più facile ingresso nel mondo del lavoro; nuovi investimenti in infrastrutture (“per il Piemonte è fondamentale il progetto Tav, vitale per non essere tagliati fuori”); imprese che sappiano cambiare e muoversi nel mondo; un fisco a supporto di investimenti e crescita; infine, un’Europa che diventi il miglior luogo per fare impresa. Un passaggio, quello sull’Ue, caro al presidente Gola: sulla scia di un video proiettato in apertura di assemblea, con un riferimento alla celeberrima frase di Gianni Agnelli “per essere italiani nel mondo dobbiamo essere europei in Italia”, il presidente ha sottolineato a chiare lettere come “l’Europa è e deve essere anche il nostro progetto”. “Chiediamo alla politica, in vista delle elezioni europee 2019, di evitare di usare la questione europea come alibi per non affrontare la questione italiana; occorre pensare in grande, darsi grandi obiettivi politici, cambiando per migliorare, non per distruggere” – ha concluso Gola.
Sui temi toccati dal presidente Gola sono intervenuti, moderati e stimolati a più riprese da Giuliana Cirio (direttore di Confindustria Cuneo), Claudio Cerasa (direttore de “Il Foglio”), Guido Gentili (direttore de “Il Sole 24 Ore”), Nicola Porro (vice-direttore de “Il Giornale”) e Luca Ubaldeschi (vice-direttore “La Stampa”). Chiamati ad esprimere un parere circa la distanza avvertibile tra ciò che Confindustria raccomanda e che il Governo dovrebbe fare in materia di politica economica, i quattro giornalisti hanno fornito un giudizio di forte attesa, che possiamo definire ‘di vigilanza’. Sul palco è quindi salito, attesissimo, il presidente Vincenzo Boccia che ha messo in luce come l’Italia debba recuperare una dimensione di attenzione al lavoro. “Siamo persone al centro di una società e imprese al centro di un’economia. Rifiutiamo un’Italia ai confini della politica economica. Siamo il secondo paese manifatturiero d’Europa, ma miriamo ad essere il primo. Vogliamo definire priorità, servono risultati e non obiettivi. Lavoro, crescita, reddito: a questo miriamo. Immaginiamo un’industria ad alto valore aggiunto e ad alto livello di investimenti. Occorre aiutare il Governo a scrivere la parte di programma riguardante l’industria, per favorire la crescita di una società aperta ed inclusiva”.
Nel corso dell’assemblea, Confindustria Cuneo ha consegnato 12 riconoscimenti ad altrettante aziende che hanno raggiunto importanti traguardi di attività/associazione. I premi sono andati a: A.& C. Holding di Savigliano (40 anni), Cast di Casalgrasso (40 anni), Autoforniture Bipa di Bra (50 anni), I.L.M.A. Industria Legno Magliano Alpi di Magliano Alpi (50 anni), Lamicolor di Caramagna Piemonte (50 anni), Apro Formazione di Alba (60 anni), Cantina Terre del Barolo Soc. Coop. Agricola di Castiglione Falletto (60 anni), Calcestruzzi Stroppiana di Alba (70 anni), Venchi di Castelletto Stura (140 anni), Banca Cassa di Risparmio di Savigliano di Savigliano (160 anni), Baratti & Milano di Bra (160 anni). Premiata anche la Carbocalcio Cuneese di Valdieri per 40 anni di associazione.