A fronte delle numerose segnalazioni da parte delle aziende agricole associate di danni alle colture provocati per lo più da cinghiali e caprioli, la Confagricoltura di Cuneo ha scritto una lettera alla Provincia di Cuneo, con cui chiede la revoca della Zona ripopolamento e cattura (ZRC) situata a Cuneo, in località San Rocco Castagnaretta, e si dichiara disponibile a un confronto per risolvere il problema. “La situazione è divenuta ormai insostenibile, a causa della proliferazione incontrollata di cinghiali e caprioli, che ha raggiunto livelli ormai intollerabili per lo svolgimento dell’attività agricola – spiegano da Confagricoltura Cuneo il presidente Enrico Allasia e il responsabile di zona Adriano Rosso –. L’incremento della popolazione di fauna selvatica nell’area era già stato fortemente favorito dall’esiguo controllo venatorio, limitato a sua volta dalle stringenti norme in materia, in quanto la ZRC è si trova all’interno dell’area protetta Parco fluviale Gesso e Stura”.
La legge 157/92 prevede, all’articolo 10, che le zone di ripopolamento e cattura, comprese nel piano faunistico venatorio, siano “destinate alla riproduzione della fauna selvatica allo stato naturale ed alla cattura della stessa per l’immissione sul territorio in tempi e condizioni utili all’ambientamento fino alla ricostituzione e alla stabilizzazione della densità faunistica ottimale per il territorio”. In queste zone è vietato l’esercizio venatorio (art. 21).
Le imprese si trovano costrette a riseminare la coltura del mais devastato ciclicamente dai cinghiali e a dover far fronte a colture orticole in pieno campo danneggiate dai caprioli. A ciò si aggiunge la questione dei mancati rimborsi da parte della Regione relativi ai danni pregressi causati da fauna selvatica nell’area (si attendono ancora gli indennizzi degli ultimi tre anni).
“Dalle informazioni giunte dai nostri associati, inoltre, pare che non siano state effettuate catture di specie minori, come la lepre, in una zona predisposta per questo fine e totalmente inibita a qualsiasi tipo di prelievo venatorio. Di conseguenza, viene palesemente a mancare lo scopo per cui la stessa ZRC è stata creata – proseguono i due rappresentanti di Confagricoltura Cuneo –. Questa potrebbe rappresentare anche l’occasione di ripensare le forme di contenimento degli animali selvatici, attraverso l’impiego di metodi più efficaci e in linea con le esigenze attuali dei territori”.
La Provincia di Cuneo, da parte sua, ha prontamente risposto all’appello dell’organizzazione agricola attraverso il consigliere delegato Pietro Danna, che si è dichiarato disponibile a valutare insieme le possibili azioni da intraprendere per arginare il problema.
Intanto, i danni provocati dai selvatici sono in costante aumento in tutta la provincia di Cuneo favoriti anche dagli scorsi mesi di lockdown. Una situazione di difficoltà crescente alla quale la Regione ha tentato di ovviare revocando, a metà dello scorso mese di maggio, la sospensione della caccia di selezione consentendola fino al 30 giugno nel rispetto della vigente normativa in tema di contenimento Covid-19.
“Ben venga la revoca della sospensione decisa dalla Regione, ma il fermo di questi mesi chiaramente avrà pesanti ripercussioni sul comparto agricolo di tutta la Granda – conclude Adriano Rosso –. La sospensione di tutta l’attività di controllo emergenziale nelle zone agricole fatta direttamente dai coltivatori diretti con porto d’armi per sé e per i colleghi, così come l’inibizione degli interventi agli enti provinciali nei parchi non potrà non lasciare pesanti strascichi. La gestione della fauna e i danni prodotti dai selvatici alle aziende del comparto primario non sono due questioni disgiunte e vanno affrontate con maggior concretezza a tutti i livelli, attraverso una strategia nazionale, regionale e provinciale”.