“Perché il rapporto tra imprese e territori in Italia possa funzionare al meglio, si devono verificare tre condizioni: gestire i cambiamenti e farli divenire opportunità, anche se questi partono dalla parte opposta del mondo; fare in modo che l’impresa riscopra il territorio nelle sue varie dimensioni e nei suoi attori protagonisti che sono i dipendenti, la scuola, la formazione, la ricerca e l’ambiente che muta. Investire sul territorio con un ‘altruismo interessato’ senza fare della semplice filantropia. Ne è esempio la Ferrero: la sua responsabilità sociale è un fattore su cui il consumatore pone sempre più attenzione”. Così l’economista Marco Magnani, autore del libro “Terra e buoi dei paesi tuoi. Scuola, ricerca, ambiente, cultura, capitale umano: quando l’impresa investe nel territorio”, ha tenuto a battesimo il pomeriggio culturale svoltosi sabato 12 novembre alla Cantina Monsordo Bernardina delle Ceretto Aziende Vitivinicole srl di Alba. L’appuntamento, organizzato da Confindustria Cuneo in collaborazione con Ceretto Aziende Vitivinicole, rientrava nella XV Settimana della Cultura d’Impresa di Confindustria.
Il presidente di Confindustria Cuneo, Franco Biraghi, nel suo saluto introduttivo
Hanno portato la loro personale testimonianza e si sono confrontati con l’autore sul tema, stimolati a più riprese dal vice direttore de ‘La Stampa’ Luca Ubaldeschi, Bruno Ceretto, titolare della Ceretto Aziende Vitivinicole srl; in rappresentanza del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Cuneo Nicoletta Trucco della Torrefazione Caffè Excelsior srl di Busca, e Pierpaolo Carini, amministratore delegato del Gruppo Egea di Alba. Ad aprire la serata, il presidente degli industriali cuneesi, Franco Biraghi, che non ha mancato di elogiare la Langa e i suoi abitanti come coloro che hanno saputo valorizzare il proprio territorio: “La Langa era un luogo ostile, ma chi è rimasto e ha investito nei suoi vigneti ha trasformato il territorio ed esso ha ripagato, in termini di ricchezza, tutto il sacrificio sostenuto. Dalla volontà e dalla voglia di emergere nasce la futura ricchezza”. È quindi toccato agli imprenditori declinare il tema con le rispettive testimonianze. Per Bruno Ceretto il successo per un territorio e l’azienda che ne fa parte si mantiene nel momento in cui le nuove generazioni continuano ad avere ‘fame’ di fare impresa. “Noi non vendiamo solo le nostre bottiglie, ma anche la nostra terra e la nostra cultura. La popolarità dei nostri vini è mondiale grazie all’impegno collettivo del territorio”. Nicoletta Trucco ha evidenziato l’importanza di coltivare una collaborazione operativa tra scuola e imprese del territorio: “Tantissime aziende cuneesi stanno cercando figure professionali che mancano nella nostra provincia. Bisogna pre-occuparsi, prevedere prima ciò che serve per il futuro delle nuove generazioni”. Pierpaolo Carini ha quindi posto l’accento sull’anello relazione-competenza industriale che deve rafforzarsi sempre più tra azienda e Pubblica amministrazione: “Una multiutility come la nostra ha contribuito a determinare un anello di congiunzione efficace con la Pa. Il Comune ha bisogno dell’azienda e viceversa: se oggi siamo nei primi dieci posti delle multiutility italiane lo dobbiamo alla nostra gente”. Sollecitato dalla gradita visita del sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, il vice direttore Ubaldeschi ha quindi chiesto ai relatori quale sia il vero male per le aziende che vivono il territorio. Risposta univoca: la burocrazia e la lungaggine con cui si validano le pratiche. Considerazioni finali affidate all’autore: “Le aziende che sono riuscite a superare la crisi sono quelle che hanno saputo mantenere le radici sul territorio e le antenne dritte sui mercati globali. La ricetta per chi vuole uscirne? Capacità di innovazione, valorizzazione del capitale umano, prodotti sempre migliori, senza dimenticare il senso etico che deve accompagnare un imprenditore: sotto questo punto di vista Michele Ferrero e Pietro Barilla sono esempi illuminati”.