Giovedì 13 luglio alle ore 17, presso il Museo della Ceramica di Mondovì (Palazzo Fauzone di Germagnano), Fondazione CRC inaugura la mostra “Cesare Peverelli. Ceramiche a Vallauris. Avec Pablo Picasso”, curata dal critico Enzo Biffi Gentili e con il patrocinio di Regione Piemonte, Consiglio Regionale del Piemonte, Provincia di Cuneo, Città di Mondovì, Comune di Vallauris, Associazione Avec e Associazione Archivio Peverelli. L’esposizione intende valorizzare la collezione di cinquanta ceramiche inedite del pittore Cesare Peverelli, realizzate a Vallauris, località situata tra Cannes e Antibes nelle Alpi Marittime, e donate alla Fondazione CRC − nell’ambito del progetto “Donare. Rilanciare la cultura del dono in provincia di Cuneo” − dall’imprenditore provenzal-piemontese Michel Ribero. Cogliendo l’occasione del Cinquantenario della morte di Pablo Picasso, il curatore propone in mostra un accostamento tra le ceramiche di Peverelli e una serie di linoleografie del padre del cubismo, anch’esse realizzate a Vallauris. L’esposizione sarà visitabile ad ingresso libero fino a domenica 5 novembre secondo i seguenti orari: dal 14 luglio al 15 settembre, venerdì e sabato dalle 15 alle 19, domenica e festivi dalle 10 alle 19; dal 16 settembre: giovedì, venerdì e sabato dalle 15 alle 18, domenica e festivi dalle 10 alle 19. Per informazioni scrivere a iatmondovi@visitcuneese.it o chiamare il 0174/330358.
“Il progetto ‘Donare’ ha l’obiettivo di rilanciare la cultura del dono e di rafforzare lo spirito di condivisione, promuovendo nuove e concrete opportunità per destinare le donazioni” commenta Ezio Raviola, presidente della Fondazione CRC. “Con questa mostra, che nasce dalla donazione di Michel Ribero, fondatore e direttore del Musée de la Poterie, celebriamo i cent’anni della nascita dell’artista Cesare Peverelli e il legame tra Vallauris e la vivace realtà ceramica monregalese, anche in collegamento con la Mostra dell’Artigianato Artistico. L’intuizione di Biffi Gentili di accostare le ceramiche di Peverelli al lavoro di Pablo Picasso permetterà ai visitatori di conoscere i due grandi artisti sotto inediti punti di vista”.
“L’esame dell’opera di Cesare Peverelli rivela un’alta carica di ‘virus Picasso’, soprattutto agli inizi e alla fine della sua carriera. Anche perché le sue ceramiche sono foggiate a Vallauris, città nella quale Pablo Picasso rivoluzionò quest’arte nel secondo dopoguerra, realizzando linoleografie dall’inizio degli anni ‘50 ai primi anni ‘60 presso la stamperia di Hidalgo Arnéra, come affiches o manifesti per le mostre annuali degli artigiani locali” spiega il curatore Enzo Biffi Gentili. “Michel Ribero, donatore delle ceramiche di Peverelli, appartiene a una famiglia di origine cuneese e la collezione delle affiches originali disegnate da Picasso è concessa in prestito dall’Avec, storica associazione di ceramisti di Vallauris. L’evento espositivo diventa quindi anche un’occasione per promuovere nuove relazioni tra la città di Mondovì e quella di Vallauris”.
“Siamo davvero felici di ospitare questa importante iniziativa espositiva, grazie alla quale arricchiamo l’offerta culturale dell’area monregalese durante il periodo estivo e autunnale. Ringraziamo la Fondazione CRC che ha concesso in comodato d’uso la collezione Peverelli che troverà casa presso il Museo della Ceramica e costituirà il punto di partenza per nuove ricerche, collaborazioni e progetti” aggiunge Ermanno Tedeschi, presidente della Fondazione Museo della Ceramica Vecchia di Mondovì.
Peverelli e il periodo ceramico
L’esposizione in mostra al Museo della Ceramica di Mondovì interpreta originalmente l’opera di Peverelli non solo illuminando il suo ultimo periodo, quello ceramico, mai da nessuno storicamente documentato e criticamente affrontato, ma anche ripercorrendo la sua vicenda politica e pittorica, dal picassismo al postcubismo, allo spazialismo sino, dopo il suo trasferimento in Francia nel 1957, dove vive e lavora sino alla morte, a una sorta di surrealismo nel quale viene sovente iscritto. Vengono così rivelati aspetti rimasti in ombra come la grafica, artistica ed editoriale, e proponendo letture e connessioni differenti, anche con generi e arti discusse come la science-fiction e la bande dessinée, rispetto a più note illustri referenze. Peintre-philosophe, musicofilo raffinato, e cultore di letteratura, Peverelli annovera tra i suoi critici e amici Michel Butor, Pierre Restany, Giovanni Arpino, Italo Calvino e tiene personali in alti luoghi dell’arte quali la Biennale di Venezia e il Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris.
Il contributo di Vallauris all’arte ceramica
Le ceramiche di Peverelli, realizzate nel 1992 e 1993 presso lo stabilimento La Cigale – J. Ribero di Vallauris, rappresentano l’ultimo grande hommage tributato da un pittore a Picasso a Vallauris nel secolo scorso. Pochissimi anni dopo, infatti, nel 1998, inizia una diversa politica ceramica dell’Amministrazione Comunale e del Musée de la Céramique, grazie al ruolo determinante di Michel Ribero, prima Assessore poi Sindaco di Vallauris, che chiamerà a lavorare con gli artigiani non più artisti ma designer.
Lo stesso anno il commissario della 16e Biennale de la Céramique di Vallauris, Carole Andréani, alla quale si deve il fondamentale libro sulla ceramica di Gauguin, decide di invitare tra gli altri un progettista napoletano, Eduardo Alamaro, che esibisce una serie di bottiglie smaltate dedicate al Padre Mediterraneo, cioè a Picasso, ma se non irrisorie, “comiche”.
Alamaro parteciperà alla mostra “Cesare Peverelli. Ceramiche a Vallauris. Avec Pablo Picasso” di Mondovì con un cameo, un lavoro mai esposto in Italia.
Partecipazioni di rilievo nel catalogo
Il catalogo della mostra, pubblicato da Silvana Editoriale, contiene, oltre alle introduzioni istituzionali e al saggio di Enzo Biffi Gentili sull’opera di Cesare Peverelli, contributi specifici di Carlo Branzaglia, docente di Arti Applicate all’Accademia di Belle Arti di Bologna, sulle linogravures pubblicitarie di Picasso realizzate a Vallauris e di Christiana Fissore, direttrice del Museo della Ceramica di Mondovì, sui rapporti storici, attuali e futuri, tra le due città della ceramica, un tempo denominate Vallis Aurea e Mons Regalis e accomunate anche dall’art de la table.